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Bobo Craxi: “D’Alema e Ciampi si mossero per mio padre, Borrelli disse no”

di admin |11 Gennaio 2010 10:40

Craxi ad Hammamet

Quando si scoprì che Bettino Craxi, oltre ai problemi di cuore e diabetici, era malato di tumore al rene, alcune massime cariche dello Stato avviarono una trattativa per un rientro in Italia a cui si oppose il Procuratore generale della Procura di Milano, Francesco Saverio Borrelli.

È il racconto di Bobo Craxi, in un’intervista a La Stampa che prende avvio da alcune dichiarazioni di Luciano Violante, sulle iniziative per il rientro di Craxi in Italia. «Non ci fu alcuna trattativa da parte della famiglia: alcune delle massime autorità dello Stato si mossero motu proprio ma furono stoppate».

Le autorità in questione erano l’allora Capo dello Stato, Carlo Azeglio Ciampi e il premier Massimo D’Alema.

A porre il veto, secondo quanto riferito a Bobo Craxi da Luciano Violante fu Francesco Saverio Borrelli, «la Procura di Milano piegò le massime cariche dello Stato» commenta il figlio dell’ex premier e aggiunge: «Davanti ad un caso straordinario il governo doveva assumere un atteggiamento straordinario».

Secondo Bobo Craxi, si sarebbe potuto sospendere la pena per motivi di salute, «è stato fatto per tanti» e poi l’offerta di funerali di Stato sembrò «una contraddizione manifesta».

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