Sfiducia a Berlusconi, Bocchino: “Siamo in 317”. Potrebbero bastare ma occhio al patto tra La Russa e i sei radicali

Continua la conta in vista della sfiducia al premier Silvio Berlusconi alla Camera il prossimo 14 dicembre. Il finiano Italo Bocchino conferma che ci saranno 317 voti di sfiducia, numero sufficiente per “declassare” Berlusconi. Anchese mancano ancora diversi “incerti” e la sfida, nonchè il mercato dei voti pare incentrarsi proprio su questo.

Ignazio La Russa tratta infatti con i 6 radicali che potrebbero garantire a Berlusconi i voti necessari per una possibile fiducia, ma Bocchino grida già vittoria. Per il capogruppo di Fli “Berlusconi non ha la fiducia alla Camera, il totale per noi è 317”. Se Grassano sceglierà il centrodestra, saranno uno di meno. Saranno pure “cifre fantasiose”, come assicura il presidente dei deputati del Pdl. Eppure, messo agli atti lo stato d’animo neutrale di un Fabrizio Cicchitto “né pessimista né ottimista”, ad oggi i numeri della fiducia sembrano favorire le opposizioni.

“Siamo 319 a 309 – dice il pallottoliere di Italo Tanoni, il liberaldemocratico che non sta nella pelle per essere tra i fondatori del Terzo polo – Grassano è con noi, gli farò firmare la mozione di sfiducia…”. Manca una carta che vale sei voti. Ignazio La Russa ha incontrato i radicali e Marco Pannella è uscito soddisfatto dall’incontro: “Scambio interessante, ci rivedremo il 16 dicembre”. Pannella smentisce “trattative”, eppure nel vertice sarebbe spuntata l’ipotesi di un sottosegretariato per la condizione delle carceri, in cambio di un’astensione e in caso di Berlusconi bis.

I finiani si descrivono “compatti”, ma i maldipancia sono acuti. I falchi diffidano di Catia Polidori, lei però giura che voterà col gruppo: “Non ho mai pensato di lasciare Fli”. Voterà la sfiducia? “Vorrei prima sentire cosa dice Berlusconi, c’è ancora margine per un accordo. Almeno adesso sono conosciuta, prima o poi mi chiamerà Vespa in tv”. Giulia Cosenza, la deputata finiana, potrebbe non votare per via della gravidanza e vicinissima al parto è anche Federica Mogherini del Pd.

Massimo Calearo, gruppo misto, ad oggi tifa per il premier: “O mi astengo o voto a favore. Il Terzo polo sta diventando un terzo pollo, io sono un falco e non vado con quei tre signori che pensano di fare il governo senza il voto degli italiani. Dal centrodestra mi chiamano”. I terzopolisti sono convinti che peones del Pdl cominceranno a bussare alle porte delle opposizioni. Dore Misuraca, che pure un peone non è, aveva preso contatti con Casini, poi però ha incontrato Berlusconi e ha deciso di soprassedere: “Ho confermato fiducia al premier, anche se restano criticità nel Pdl siciliano”.

In Sardegna il senatore Piergiorgio Massidda, attratto da Fini, è stato riconquistato da Berlusconi. Si dice che avrebbe subito “pressioni” riguardo alle convenzioni di due cliniche sull’isola che fanno capo alla moglie, voci che lui smentisce con forza: “Fantasie, bassezze inventate di sana pianta”. Voterà la fiducia? “Deciderò nei prossimi giorni”. Ed è sospeso il giudizio di Enrico Musso, senatore uscito dal Pdl per il gruppo misto. Il suo voto andrà allo schieramento che garantirà “le maggiori possibilità di evitare il voto anticipato”. Tre giorni fa, con Alfredo Biondi, Musso ha visto Berlusconi: “Gli ho consigliato di aprire prima del 14 a una grande coalizione con Fini e Casini”. E il premier? “Pensavo che mi avrebbe aizzato i cani, invece si è mostrato possibilista…”.

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