Bocchino: “Io e Mara Carfagna? Ho sbagliato. Chiedo scusa”

MILANO – ”Colgo l’occasione per chiedere scusa per gli errori che ho commesso”. Così Italo Bocchino intervistato da Fabio Fazio sulla vicenda della sua presunta relazione con il ministro Mara Carfagna e in riferimento all’intervista rilasciata da sua moglie, Graziella Bontempo.

Parlando dell’intervista rilasciata dalla moglie a Vanity Fair, Bocchino ha detto: ”A prescindere dal merito di quell’intervista, che riguarda il privato di alcune persone, c’è da dire che nel momento in cui l’ho letta non ho potuto non tener conto che è stato un elemento di forte sofferenza per mia moglie. Quindi, se mia moglie soffre, io, come marito e come padre, ho il dovere di capire perché soffre e se ho sbagliato ho il dovere di chiedere scusa. Quindi colgo l’occasione per chiedere scusa per gli errori che ho commesso”.

Bocchino ha poi spiegato che ”quando siamo andati ad uno scontro così coraggioso contro una macchina da guerra dal punto di vista dei mezzi a disposizione di Berlusconi sapevamo che sarebbe stato un periodo molto duro e che saremmo stati duramente attaccati. Ma sinceramente non mi aspettavo che si arrivasse addirittura a far leva sugli affetti per crearmi problemi”.

Riguardo alla discussa nomina di Saverio Romano a ministro dell’Agricoltura, Bocchino ha detto: “Io sto dalla parte di chi contesta la nomina di Saverio Romano a ministro che di fatto ha ricattato Berlusconi dicendo ‘se non mi fai ministro entro questa mattina io non voto per dire che hai chiamato la questura per far rilasciare Ruby convinto che fosse la nipote di Mubarak”’.

”Romano – ha detto Bocchino – è diventato ministro contro il parere del capo dello Stato e nonostante sia indagato per rapporti con la mafia. Ecco, io sto dalla parte della legalità e dico che la destra è nazione, legalità e meritocrazia. Sto dalla parte di chi insiste per la tutela dell’identità nazionale e non da chi, come la Lega, sta con Berlusconi ed è una forza antinazionale”.

Bocchino ha aggiunto di essere ”dalla parte della meritocrazia”. ”E se parliamo di meritocrazia – ha aggiunto – ritorniamo alla vicenda della Minetti: insomma non potevo stare in un partito che mette nel listino bloccato l’ingenista dentale del premier che prenderà stipendi pubblici per cinque anni per un totale di 800 mila euro e tutto per fare la tenutaria dell’Olgettina”.

La destra antifascista di Bocchino. ”Mi sento antifascista perché il fascismo ha inquinato la destra normale: un mio coetaneo, anni fa, inglese, francese o spagnolo, ha potuto avere una destra normale e moderna. Io no perché essere di destra significava essere fascista”. Così Italo Bocchino, parlando del suo libro ‘Una storia di destra’. ”Il berlusconismo – ha aggiunto Bocchino – rischia di essere un secondo round nel senso che portando il seme del populismo, che non appartiene ad una destra occidentale ed europea, ma ad un destra sudamericana, il populismo berlusconiano rischia di fare danni per i prossimi anni”.

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