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La lezione del professor Boero capogruppo Udc a Torino: “Studenti, votatemi e vi farò assumere”

di admin |4 Aprile 2011 15:32

Valter Boero

TORINO – Tra Cetto La Qualunque e Valter Boero il passo è, purtroppo, breve. “Più pilu per tutti” prometteva il primo e “sii egoista, votami e avrai un lavoro”, afferma il secondo. Il primo, Cetto La Qualunque, è la personificazione, immaginaria ma spesso surclassata dalla realtà, del politico medio portata sugli schermi da Antonio Albanese. Il secondo, è il politico medio, anzi minimo, ma reale. Ancora una volta la realtà supera la fantasia.

Boero, capogruppo Udc in consiglio comunale a Torino e docente di Agraria, di certo non manca di schiettezza. Gli va dato atto che a differenza di molti politici che parlano di grandi ideali e massimi sistemi in campagna elettorale e poi, una volta eletti, si preoccupano solo di far assumere parenti, amici, amici di amici e via dicendo, lui va dritto al sodo. Qui però finiscono i suoi meriti.

Il suo mandato in Comune sta scadendo e Boero ha deciso di ricandidarsi, d’altra parte è sicuramente più redditizio fare il consigliere comunale che il professore universitario, e per farlo ha impostato una campagna elettorale a dir poco cruda: se vuoi un lavoro, votami. Cruda e meschina perché questo messaggio è stato inviato a studenti ed ex studenti attraverso la mailing list del Job Placement, la rete che l’università mette a disposizione degli studenti per entrare in contatto con il mondo del lavoro. Già, perché Boero, oltre ad essere un politico ed un professore, è anche colui che gestisce l’ufficio del Job Placement di Agraria e gli è sembrato cosa buona e giusta usare la mail, e la relativa mailing list dell’ufficio, per scopi personali. Così gli studenti una bella mattina aprendo la loro posta elettronica si sono trovati, al posto delle solite proposte di stage e tirocinii gratuiti, una mail dall’eloquente titolo “Proposta di assunzione”. Non credendo ai loro occhi, ed essendo continuamente in cerca di un lavoro, i malcapitati hanno aperto speranzosi il messaggio, e sono rimasti delusi. Questo il tenore di alcune frasi: «Gentili corrispondenti, desideravo segnalarvi che profittando della mia presenza in Comune ho preso contatto con i dirigenti dei vari settori che possono interessare i laureati della nostra facoltà sollecitando una maggiore apertura e collaborazione anche solo di consulenza professionale». Il professore, bontà sua, non vuole illudere: la possibilità di essere assunti è remota, ma tra Comune e società controllate delle speranze ci sono.

“Se potrò trovare un lavoro ai nostri giovani, lo farò”, rivendica fiero Boero affermando di fare lobbying. Schietto lo è di certo, preciso però meno. Lobbying, oltre a voler dire altro rispetto al perseguimento degli interessi personali di un singolo individuo, viene usato dal professore per nascondere quello che in italiano, in termini corretti, si chiama voto di scambio.

La lettera prosegue senza tanti raffinati inglesismi: «A voi, se siete di Torino o avete amici a Torino, chiedo di aiutarmi a entrare in consiglio comunale. Vi chiedo in sostanza un atto di egoismo, per una volta pensate a voi stessi, ad aumentare le possibilità di trovare lavoro». Ci sono anche altri modi per aiutare, per esempio candidandosi in una o più circoscrizioni. Un’esperienza che Boero considera «ottima per mettere il naso nella gestione della città, per farsi conoscere e avere un lavoro!!!». Quello che apparentemente non spiega Boero nella sua mail è come certificare lo scambio, e qui, oltre alla beffa, spunta anche il sospetto di una fregatura. Sì, perché di fronte ad una richiesta così spudoratamente schietta, ci vorrebbero anche delle garanzie. Ma in fondo sempre di promesse da campagna elettorale si tratta, quindi intanto votatemi, poi si vedrà.

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