ROMA – Bologna-Emilia, piazze e sondaggi. Ieri a Bologna la prima ufficiale di Salvini per il voto del 26 gennaio: folla, gente, attenzione, qualche isterismo da fascinazione per il Capo-Capitano. E ancora ieri, ovviamente in contemporanea, l’altra piazza, Piazza Maggiore dove sono appunto quelli dall’altra parte, i cittadini che non voteranno e non vogliono Salvini. Sì, Salvini, proprio lui in prima persona perché Salvini chiede un voto su se stesso e la Bergonzoni, la stessa questione del governo dell’Emilia è secondaria assai nella propaganda della Lega.
Dunque una piazza (per la verità il Pala Dozza) con Salvini e l’altra con il Pd e con il resto della sinistra. Palazzo stracolmo (si stima seimila persona), piazza strapiena (si stima da dieci e dodici mila). E c’è chi si entusiasma e festeggia il pieno della piazza anti Salvini. Lo fa La Repubblica che individua in piazza Maggiore piena, anzi colma, la ragione di un titolo “Bologna resiste”. E soprattutto individua in quella piazza il manifestarsi di un fenomeno socio-elettorale che sarebbe in corso: il mobilitarsi e il coagularsi di una maggioranza civica e civile capace di diventare maggioranza elettorale il 26 gennaio. Una maggioranza di gente che non vuole essere governata e diretta della nuova destra italiana.
Si sta davvero avviando questo fenomeno che non a caso La Repubblica associa al concetto di Resistenza? Per quel che valgono (ma qualcosa valgono) non dicono così i sondaggi elettorali. Nessun sondaggio elettorale può dire oggi chi vincerà a fine gennaio: la distanza tra somma delle destre e somma del centro sinistra oscilla tra gli otto punti che fanno andare in estasi la stampa di destra e i quattro punti che fanno sperare la sinistra. E’ comunque una “forchetta” come dicono i sondaggisti troppo ampia per dirci qualcosa di sicuro.
Di sicuro c’è invece che la Lega di Salvini sarà in Emilia il partito più votato. Su questo i sondaggi ci giurano. E allora come stanno insieme il 30 per cento abbondante (qualcuno azzarda il 33/34 per cento) alla Lega, la Lega di Salvini, quel Salvini, questo Salvini, con Bologna che resiste, Piazza Maggiore stracolma?
Un’ipotesi, una lettura minima ma forse non campata in aria: nelle piazze, nella mobilitazione, nella partecipazione, nell’avvertire la scadenza politica e non solo elettorale la sinistra, almeno in Emilia, è ancora in grado di reggere e su questo terreno vincere il confronto con la Lega, la Destra. Per dirla come dicono i giornali, c’è ancora se non un popolo, di certo una cittadinanza diffusa di sinistra in Emilia.
Quel che però la sinistra non ha, anche qui in Emilia, è quella che potremo chiamare la gente di mezzo. La gente di mezzo non sono i militanti e gli innamorati di Salvini, non sono i tradizionali elettori di destra, di ogni destra, che stanno tutti con Salvini (anzi tutti no, non pochi stanno scoprendo il Msi degli anni duemila, Fratelli d’Italia della Meloni). La gente di mezzo è quella che segue l’onda e quindi l’onda la fa e la muove. La gente di mezzo è quella che non vuole sapere, domandarsi, dubitare. La gente di mezzo è quella che ama definirsi semplice e lavoratrice e odia tutto ciò che è complesso e contraddittorio.
La gente di mezzo è quella che non va ad applaudire Salvini quando comizia, tanto meno va a Piazza Maggiore per resistere a Salvini. Questa gente di mezzo in gran parte si sta preparando a votare Salvini, ecco come stanno insieme il 30 e passa per cento per la Lega nei sondaggi e i diecimila e passa in piazza Maggiore per fermare Salvini.