Bologna, caso Lombardelli: istruttoria chiesta da Merola

Pubblicato il 23 Dicembre 2011 - 11:51 OLTRE 6 MESI FA

BOLOGNA – Il sindaco di Bologna Virginio Merola ha chiesto agli uffici comunali di avviare un'istruttoria per chiarire i contorni della vicenda che hanno portato alle dimissioni nei giorni scorsi di Marco Lombardelli, responsabile di gabinetto. Lo ha annunciato il primo cittadino rispondendo in 'question time' a una domanda del consigliere comunale Pdl Michele Facci. Merola ha anche invitato a non ingigantire il caso: ''Lombardelli ha agito in buona fede e non merita questo trattamento sulla stampa. Non stiamo parlando di episodi di casta o di corruzione, ne' di abusi riguardo alla sua posizione''.

Il sindaco, nel suo intervento, ha sottolineato che ne' lui ne' la giunta ''sono titolari di alcuna competenza diretta nell' accertamento dei fatti'', per questo – ha aggiunto – ''ho chiesto agli uffici di avviare un'istruttoria per l'accertamento oggettivo dei fatti'', di cui si occuperanno il segretario generale e il direttore generale. Quindi Merola ha cambiato tono, reagendo per la prima volta agli attacchi degli ultimi giorni: ''Questo episodio va appurato, ma non mette il Comune in una situazione di scandalo come abbiamo conosciuto sui giornali in questi mesi. Non si tratta di illeciti o cose illegittime, ma di responsabilita' personali''.

Merola e' tornato sulla questione del titolo di studio di Lombardelli, un'abilitazione non equipollente a un diploma di scuola superiore, spiegando, in risposta all'ex assessore della giunta Cofferati Antonio Amorosi che aveva scoperchiato il caso, che non c'e' nessun obbligo, per quell'incarico, di possedere una laurea: ''Viene sempre citata una sentenza di condanna, ma ce ne sono anche a favore''. E ha aggiunto, rivolto ai banchi della Lega che, come i 'grillini', ha portato la questione alla Corte dei Conti: ''Guardate i vostri capi di gabinetto. La legge lo permette. E' legittimo assumere non laureati in base all' articolo 90 del testo unico, come dimostra la prassi in uso nei comuni italiani. E Lombardelli non e' mai stato inquadrato come dirigente''.

Insomma, per Merola ''che sia diventato sui giornali un atto illegittimo appartiene alla strumentalita' di alcune forze politiche'', cosi' come l'accusa, riportata ieri da Amorosi, che Lombardelli avesse ordinato arredi da 30.000 euro per il proprio ufficio ''e' ignominiosa: ora la misura e' colma'', e non appena si sara' dimesso formalmente ''Lombardelli potra' difendersi da solo, per vie legali''.

Insomma, ha concluso citando San Tommaso, ''gli errori si correggono quando nascono: questa amministrazione ha dato un certo parere a un progressivo accertamento dei fatti''. E, ''se tutto questo non puo' bastare, c'e' un problema: stiamo facendo di una persona che ha agito in buona fede una questione che travalica i termini della ragionevolezza e della discussione politica. Stiamo parlando di reati gravi? Rispetto a quello che succede in questo paese? Misuriamo tutti i termini''.