Bonaiuti: “Non credo che Fini voglia andare via”

Paolo Bonaiuti

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti interviene a RaiNews 24 e affronta tutti i temi caldi del momento dalla querelle Fini-Feltri alle riforme istituzionali.

La riforma della giustizia non è costituita da leggi ad personam, come qualcuno sostiene, ma rappresenta la risposta a una giustizia ad personam che ha colpito direttamente il presidente del consiglio con 2500 udienze, con circa 700 perquisizioni e che lo ha visto indagato da circa 700 magistrati.

In risposta alle domande del direttore Corradino Mineo, Bonaiuti ha affrontato anche il tema della giustizia. «E l’appello di Grasso?»,  ha chiesto  il direttore Mineo. «Viene dato sostegno alla magistratura e alle forze dell’ordine – ha sottolineato Bonaiuti – basta vedere i numeri che ha dato il ministro Maroni sulla lotta alla criminalità organizzata. Il Governo combatte ma vorrei anche sottolineare che larga parte delle Regioni del Sud sono amministrate dalla sinistra».

Bonaiuti ha quindi escluso le ipotesi, rilanciate dal Giornale,  secondo le quali il presidente della Camera Gianfranco Fini vorrebbe un coordinatore diverso per il Pdl, fino ad ipotizzare una “separazione” da Berlusconi.« Pensare che uno dei co – fondatori voglia andare via – ha replicato – è una ipotesi alla quale non credo».

Sulle riforme istituzionali Bonaiuti ha confermato che la bozza Violante può essere presa come punto di partenza. « Ovviamente – ha precisato – non dico che va bene così come è, perchè ci sono dei problemi. A esempio per noi i poteri del presidente del consiglio vanno aumentati. Ma  c’è accordo sul bicameralismo e sullo snellimento sulle procedure di formazione delle leggi».

Quanto alla situazione fiscale, Bonaiuti ha precisato: «Lo diciamo da anni. Sappiamo che il reddito fisso è il più tassato. Però per fare questo occorrono i tempi giusti e i momenti giusti», ma «non immaginate che la riforma sia il taglio». Per Bonaiuti infatti la detassazione delle tredicesime  avrebbe un onere di  tra i 5 ed i 7,5 miliardi di euro, oggi insostenibile. «Il fisco attuale risale al 1971, a una legge delega del 1971 – ha aggiunto Bonaiuti – è un fisco elaborato alla fine degli anni 60 e teneva conto del mercato comune europeo e non l’Unione europea. La notizia è che intendiamo riformare il fisco – ha sottolineato riferendosi alla telefonata di ieri del presidente del Consiglio Berlusconi agli europarlamentari del Pdl – Esce un’agenzia che parla di taglio delle tasse, la correggiamo e inizia il solito balletto». «Una delle tante riforme è quella fiscale – ha concluso – Per fare le riforme ci rivolgiamo, in un clima costruttivo di dialogo, alla sinistra riformista. Ieri, ho detto che se c’è, Bersani batta un colpo. Ancora una risposta non la abbiamo avuta. Sulle riforme abbiamo lanciato un invito al dialogo, ma finora non c’è stata risposta».

Gestione cookie