Bondi: 'Tremonti è un problema per il Pdl'

ROMA, 27 AGO – ''La manovra contraddice la ragione stessa per cui Silvio Berlusconi e' entrato in politica. Colpisce pesantemente il ceto medio e le classi sociali produttive che noi rappresentiamo'', per cui, se il testo non cambia, il rischio e' che ''salga la rabbia del ceto medio tartassato e senza piu' alcuna rappresentanza''. L'ex ministro dei Beni Culturali Sandro Bondi, intervistato da Libero, non usa mezzi termini per attaccare il decreto e il suo ideatore. ''Per il partito – dice – Giulio Tremonti e' piu' un problema che una risorsa''.

''Tremonti non ha mai voluto partecipare alla costruzione e al rafforzamento del partito di maggioranza relativa. Anche in queste ore avrebbe l'opportunita' di partecipare a definire e a far valere le proposte del Pdl, ma non lo fa. In questo modo non diventera' mai un vero leader politico'', afferma il coordinatore del Pdl.

''In questi anni, purtroppo, ha preteso di svolgere un ruolo prevalente rispetto a tutti gli altri ministeri, rispetto alla collegialita' del governo e rispetto allo stesso potere di indirizzo del capo del governo. Il tutto con un rapporto preferenziale con la Lega''.

Anche il Carroccio, secondo Bondi, puo' rappresentare un problema per l'esecutivo. ''Se la Lega perde per strada la propria vocazione di forza del cambiamento, non solo si indebolisce il governo, ma la stessa Lega perde credibilita' di fronte ai propri elettori'', dichiara. ''Alcune chiusure rispetto a provvedimenti necessari alla manovra risultano essere l'espressione di una politica conservatrice che neppure i loro elettori condividono''.

Bondi mostra apprezzamento per l'operato del nuovo segretario del partito. ''E' la prima volta che il Pdl acquista la fisionomia e il ruolo di vero partito di maggioranza relativa'', osserva. ''E questo grazie ad Alfano, ottimamente coadiuvato dai presidenti dei gruppi parlamentari''.

In merito alla successione a Berlusconi, ''trovo fastidioso parlarne continuamente'', commenta. ''Non c'e' alcun bisogno di farlo, perche' e' lo stesso presidente del Consiglio ad aver sempre operato in vista del rinnovamento''.

Bondi si dice infine ''felice'' di aver lasciato l'incarico di ministro. In questo modo, spiega, ''sono sereno e posso guardare la realta' e i fatti politici con uno sguardo piu' profondo e obiettivo''.

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