Bonus Renzi, decreto Irpef testo definitivo: 80 euro fino a 24.000 euro

di Redazione Blitz
Pubblicato il 23 Aprile 2014 - 16:23| Aggiornato il 24 Aprile 2014 OLTRE 6 MESI FA
Bonus Renzi, decreto Irpef testo definitivo: 80 euro fino a 24.000 euro

Matteo Renzi, 17 aprile 2014: l’#oraics dell’annuncio del decreto Irpef

ROMA, 23 APR – Sei giorni dopo l’annuncio del premier Matteo Renzi arriva il testo definitivo del “decreto Irpef“, quello con cui il governo nel 2014 darà bonus da 80 euro al mese ai contribuenti con reddito da 8.000 a 24.000 euro lordi annuali.

BONUS: 80 EURO NEL 2014. Lo sconto – prevede il testo finale diffuso dall’agenzia Ansa – sarà di 640 euro, cioè 80 euro tondi al mese fino a dicembre, per i contribuenti con reddito fino a 24.000 euro. Esclusi gli incapienti (chi non paga Irpef perché le detrazioni superano il dovuto). Da 24.000 a 26.000 euro il bonus decresce fino a zero. L’impatto del bonus sul bilancio del 2014 sarà di 6 miliardi 655 milioni. Suddivisi in 5,8 miliardi per finanziare il bonus nel 2014 e 831 milioni che finiranno nel fondo per il 2015.

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FONDO PER PROROGARE I BONUS NEL 2015-2018. Il discorso dei bonus – certo per ora solo per il 2014 – dovrebbe poi continuare nel 2015 e negli anni successivi. In tal proposito il governo ha istituito un apposito fondo per finanziare la proroga dei bonus. Il fondo, promette il governo, non parte da zero, ma dal 25% di quello che servirà. Nel “portafoglio” finalizzato a benefici per i lavoratori dipendenti, il decreto Irpef ha inserito gli effetti “strutturali” dei tagli adottati. Cioè 2,7 miliardi di euro per il 2015, 4,7 miliardi per il 2016, 4,1 miliardi per il 2017 e 2,0 miliardi a decorrere dal 2018: in totale 13,6 miliardi.

Il governo – proprio mentre il premier Matteo Renzi promette interventi pro pensionati e partite Iva – punta a rendere strutturale l’intervento sui lavoratori dipendenti. Lo scrive nero su bianco anche nell’articolo 1 del decreto, impegnandosi a finanziarlo con la Legge di Stabilità. Lo sconto cambierà però faccia: l’ipotesi è di una riduzione contributiva, con analogo effetto in busta paga. Padoan, proprio delineando un intervento strutturale, scommette su una crescita che quest’anno potrebbe essere anche superiore al +0,8% previsto dal Def. Il bonus di 80 euro – dice a Madrid dove ha incontrato il suo collega spagnolo per mettere a punto l’agenda del semestre italiano – “avrà ripercussioni positive sul Pil in quanto le famiglie potranno spendere di più e le imprese saranno stimolate a investire e, di conseguenza, a creare maggiore lavoro”

TASSA SU RENDITE FINANZIARIE E CONTI IN BANCA AL 26%. Parallelamente il dl Irpef prevede che dal primo luglio aumenti dal 20% al 26% la tassazione delle rendite finanziarie che interesserà anche i dividendi staccati successivamente, le plusvalenze di azioni e fondi, nonché interessi su conti correnti e depositi postali. L’aumento non tocca i titoli di Stato, come Bot e Btp.

TASSA AL 26% SULLE BANCHE. Il decreto aumenta quindi al 26% anche la tassazione sulla rivalutazione delle quote della Banca d’Italia in mano alle banche italiane. L’imposta dovrà essere versata “in un’unica soluzione entro il termine di versamento del saldo delle imposte sui redditi dovute per il periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2013”, ovvero giugno. Nel testo definitivo si precisa che “il valore fiscale delle quote si considera riallineato al maggior valore iscritto in bilancio, fino a concorrenza del valore nominale, a partire dal periodo d’imposta in corso alla data di entrata in vigore del decreto”.

IRAP: QUEST’ANNO TAGLIO A METÀ. Il taglio dell’Irap sarà di 3,7 miliardi in due anni. L’aliquota principale passerà dal 3,9% al 3,5% nel 2015 mentre per quest’anno è previsto un taglio a metà, un’aliquota intermedia del 3,75%. Calano anche le altre aliquote previste per banche e agricoltura: dal 4,2 al 3,8% del 2015, dal 5,9 al 5,3%, dall’1,9 all’1,7%. Anche per loro taglio dimezzato quest’anno.

FORNITURE P.A. CONTRATTI RIDOTTI DEL 5%. Per facilitare il raggiungimento dell’obiettivo di 2,1 miliardi di tagli all’acquisto di beni e servizi, ripartiti fra Stato, Regioni ed enti locali, le amministrazioni pubbliche avranno carta bianca per ridurre del 5% gli importi dei contratti per beni e servizi. I contratti possono essere rinegoziati in funzione della riduzione ed è fatta salva la possibilità di recedere entro 30 giorni senza penali. Le amministrazioni potranno stipulare nuovi contratti usando le convenzioni-quadro della Consip S.p.A., delle centrali di committenza regionali o tramite affidamento diretto.

AUTO BLU, TAGLIO DEL 70%. Sempre in tema di riduzioni, la spesa per auto blu e per buoni taxi di ogni ente dovrà essere del 70% in meno rispetto a quanto speso nel 2011. Riguarda Comuni, Regioni, Province, aziende pubbliche e partecipate. Il limite di spesa parte dal 1° maggio prossimo e  “può essere derogato, per il solo anno 2014, esclusivamente per effetto di contratti pluriennali già in essere”.

TAGLIO A CONSULENTI E COLLABORATORI. Le amministrazioni pubbliche – tranne per il momento università e aziende sanitarie – dovranno dare un taglio anche all’uso di consulenti e collaboratori. Nel 2014 non si potranno dare incarichi di consulenza quando il costo supera la spesa del personale dell’amministrazione. Il tetto è al 4,2% per gli enti con spesa massima di 5 milioni di euro e all’1,4% per quelli che superano i 5 milioni. Tetto previsto anche per i co.co.co: al 4,5% per le pubbliche amministrazioni entro 5 milioni di spesa e all’1,1% oltre i 5 milioni.

TAGLI AI MINISTERI. Una riduzione degli acquisti per beni e servizi da 200 milioni nel 2014 e da 300 milioni a partire dal 2015: è il ‘taglio’ previsto per i ministri dal decreto Irpef che contiene anche una tabella per la suddivisione dell’onere tra i ministeri. Il peso maggiore del ‘risparmio’ sarà del ministero della difesa che dovrà prevedere riduzioni (o anche compensare tra diversi capitoli) per 75,3 milioni nel 2014 e per 112,8 milioni dal 2015. Segue il ministero dell’Economia con 41,9 milioni nel 2014 e 62,8 nel 2015 e il ministero dell’interno (35,1 milioni nel 2014, 52,7 milioni nel 2015). Tutti i ministeri, con un peso diverso, dovranno contribuire. Nel 2014 la riduzione è di 6,3 milioni per il ministro dell’Istruzione (ma non potranno essere toccate le spese per il funzionamento delle istituzioni scolastiche), di 900 mila euro per il ministero del Lavoro, di 5,9 milioni per il ministero dei Beni Culturali, di 5,8 milioni per il ministero della Salute, di 12 milioni per il ministero della Giustizia, di 1,6 milioni per il ministero dello Sviluppo, di 3,4 milioni per le Politiche agricole, di 5,6 milioni per i Trasporti, di 1,3 milioni per l’Ambiente, di 5,1 milioni per gli Affari Esteri.

LOTTA ALL’EVASIONE. Nel decreto ci sono anche previsioni per il 2015, anno nel quale il governo pensa di ottenere almeno 15 miliardi nel 2015 dalla lotta all’evasione. Renzi varerà un programma per conseguire nel 2015 un aumento “di almeno 2 miliardi di entrate dalla lotta all’evasione fiscale” rispetto al 2013, quando, ha spiegato recentemente l’Agenzia delle Entrate, gli incassi sono stati di 13 miliardi.

TETTO A STIPENDI DIRIGENTI E TAGLI ALLA RAI: Viene confermato a 240.000 euro il tetto per i dirigenti (vale 40 milioni) e i manager pubblici. Prevista forbiciata delle società di gestione dei servizi degli enti locali e una riorganizzazione dei centri di acquisto pubblici. Dalla Rai un ”contributo’ di 150 milioni, con cessione di società o riorganizzazione delle sedi.

PAGAMENTI PUBBLICA AMMINISTRAZIONE: Un intero capitolo del decreto è dedicato ai pagamenti della Pa, con nuove risorse e modalità finalizzate all’estinzione dei debiti. Previste norme per i debiti fuori bilancio, per anticipare liquidità dei comuni in dissesto, per garantire il rispetto dei tempi nel settore sanitario. Arrivano norme di semplificare per la cessione dei crediti. Si guarda anche al futuro, per evitare ulteriore ritardi, con attenzione ai tempi e nuove regole per la tenuta del registro fatture.