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Borghezio: “Savoini è un soldato della Lega. Capisco Salvini che faccia finta di non conoscerlo”

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Una foto tratta dal sito Lombardiarussia.org e rilanciata dall’Ansa mostra Gianluca Savoini con Matteo Salvini

ROMA  – “Certo che conosco il Savo, è un mio vecchio amico. Resterò sempre suo amico perché abbiamo la stessa ossatura dottrinale. Persone che, anche quando ci sono le turbolenze, restano ferme come torri. Ma lo sa che quasi sono contento? Per diventare un soldato politico non è male aver affrontato qualche prova dura”. Lo afferma in un’intervista al Corriere della Sera Mario Borghezio, per il quale Savoini “è un soldato della Lega, delle nostre idee”.

Prosegue quindi: “Savoini è presidente dell’associazione Lombardia-Russia non a caso, non è che si occupa della Cambogia. È normale che fosse agli incontri e forse era più interesse della parte russa, che si deve premunire dai mestatori e faccendieri che cercano di infilarsi ovunque”.
Per l’ex parlamentare, Savoini “si era guadagnato la stima della Russia. Lo consideravano un amico, interlocutore affidabile. Ma la prova assoluta che tutto fosse alla luce del sole è che in questa stagione le casse della Lega sono vuote”.

 Sul perché Salvini scarica Savoini, preferisce non dichiarare: “Ma si può capire – aggiunge – una certa prudenza davanti a un’inchiesta che sembra una spy story. Della questione affari nulla so e nulla voglio sapere. Ma la linea ufficiale della Lega, ‘non sappiamo nulla’, è comprensibile”.

Prudenza doverosa da parte di chi ha responsabilità nel governo, visto il tentativo pesante di montatura indirizzata a colpire Salvini attraverso una persona facilmente identificabile come a lui vicina. Questa vicenda ha caratteri talmente oscuri che, prima di denigrare un militante leghista e credo anche tesserato, privo di cariche che possano incidere sul governo, ce ne passa”. 

Borghezio sostiene che Savoini “è onesto, ha la schiena dritta e non ha nulla da temere, ma conoscendo i giudici di Milano gli ho consigliato di trovarsi il migliore avvocato, perché la questione è grossa. Tiene botta, non è piagnucoloso. Quando sei nel gioco politico devi dare per scontato che un vicepremier debba difendere una certa posizione e sacrificare i valori dell’amicizia”. E sull’audio: “Da civilista avanzo riserve sulla sua attendibilità. È semplice manipolare conversazioni”.

Per l’ex parlamentare, Savoini “se pure ha assistito a una trattativa di questo genere sono certo che non ha chiesto neanche un caffè. Fosse un intrallazzatore, non sarebbe mio amico. È molto competente in geopolitica, il primo a capire l’importanza di aprire alla visione euroasiatica. Non conosco le attività dell’associazione Lombardia Russia ma so che i vertici, Savoini e D’Amico, sono persone per bene”.

Palazzo Chigi: “Savoini alla cena per Putin l’ha voluto D’Amico, il consigliere di Salvini”

E’ stato Claudio D’Amico, consigliere per le attività strategiche di rilievo internazionale del VicePresidente Salvini a far invitare Gianluca Savoini alla cena che si è tenuta a Roma, a Villa Madama, la sera dello scorso 4 luglio, in onore del Presidente Putin”. A specificarlo in una nota è Palazzo Chigi: si chiude così il “giallo” sulla presenza di Savoini  alla cena ufficiale per il presidente russo i quei giorni in visita in Italia. A darne notizia è Repubblica. 

D’Amico, parlamentare leghista e, appunto, consigliere di Salvini, è l’uomo che tiene i rapporti con i russi. Fu infatti lui, insieme a Savoini, il regista dell’incontro del 2014 fra Putin e Salvini.

Fonti: Agi, Repubblica

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