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Boschi e Pd contro minoranza: fate gioco di Grillo e Salvini, no al “Vietnam parlamentare”

di admin |3 Agosto 2015 8:44

ll ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi, in occasione della Festa dell’Unità Pd a Roma, 30 Luglio 2015. ANSA/ MASSIMO PERCOSSI

ROMA – “Consegnate l’Italia a Grillo e Salvini”; “No al Vietnam parlamentare”: così il ministro delle riforme Maria Elena Boschi e il Pd attaccano la minoranza del Pd dopo la sconfitta subita dal governo in Parlamento giovedì 30, nel voto al Senato sul disegno di legge di riforma della Rai. Queste le parole della Boschi:

“Chi rema contro sulle riforme si assume la responsabilità di consegnare il nostro Paese ai vari Grillo e Salvini, alle destre populiste. Io questo rischio non lo voglio correre. Nel Pd dopo aver discusso dobbiamo andare avanti e se non siamo tutti d’accordo come in tutte le migliori famiglie si decide a maggioranza, tanto più se, come finora, è una maggioranza molto ampia del 90% del gruppo. E quando si è deciso chi ha un’idea diversa è normale che faccia un passo indietro rispetto alla maggioranza. Mi stupisce che persone più autorevoli di me mettano in discussione questo principio di democrazia”.

Il tweet del presidente pd Matteo Orfini: “Che alcuni senatori del mio partito minaccino il”vietnam parlamentare”contro il nostro governo a me pare incredibile. Ma forse sono strano io”

Renzi da Tokyo: “Stiamo andando avanti su tutto, stiamo facendo dei progressi su ogni versante, anche sull’economia. Dobbiamo fare soprattutto le riforme. Io sono pronto a trattare, ma solo per fare un accordo e non per far saltare tutto. Discutiamo ma ad una condizione: che non si rimetta in discussione il fatto che i senatori non avranno più lo stipendio. Perché spesso si ha l’impressione che una parte della minoranza si muova non per fare un accordo. Allora è chiaro che se è così, io non posso che comportarmi di conseguenza. Io su questo versante non intendo fermarmi, si va avanti. E i numeri al Senato ci sono”

La replica della minoranza pd: “Si continua nel Pd su una china politicamente pericolosa. Prendendo a pretesto articoli o addirittura titoli anzichè dichiarazioni, i soliti pretoriani dell’obbedire senza discutere si lanciano, nella solita successione preordinata, in polemiche prive di fondamento. Anzichè discutere nel merito il documento proposto al segretario-premier e alle presidenze dei gruppi parlamentari da 25 senatori Pd, si inventano congiure, trappole, agguati”, attaccano i senatori del Pd Vannino Chiti e Maurizio Migliavacca.

E aggiungono: “È grave che in questa schiera di volontari dell’intolleranza ci sia anche il presidente dell’assemblea nazionale che avrebbe il dovere di garantire un pluralismo serio”. “Lealtà non è fedeltà acritica: su questo non siamo disposti ad accettare lezioni – concludono – . Nel Pd attuale c’è spazio per chi abbia posizioni diverse su riforma della Costituzione, scuola, lavoro e welfare oppure è un disturbo insopportabile, un delitto di lesa maestà?”.

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