Bossi, a Pontida novità anche sul fisco

LESA (NOVARA) – ''Ci vediamo a Pontida, per le novità che annunceremo''. Umberto Bossi promette al popolo leghista una domenica ''frizzante'', tra sette giorni, e rilancia per l'ennesima volta sui ministeri al Nord. Intanto concorda con l' ''amico'' Tremonti sulla riforma fiscale (''fa bene a essere prudente'') e rimprovera Berlusconi sula campagna referendaria: ''ha perso – dice – la capacita' comunicativa in televisione''.

Ma ''tra Lega e Pdl – assicura – i rapporti sono buoni, abbiamo fatto insieme tante cose importanti''. Il Berlusconi 'timido' sui referendum e' uno dei motivi per cui la consultazione potrebbe raggiungere il quorum, pensa Bossi, ''la gente e' caduta nella trappola anche perche' il premier – e' la critica – ha fatto poca pubblicita' chiara su questi referendum-imbroglio''.

All'arrivo a Lesa (Novara) sul lago Maggiore, per l'inaugurazione della sede locale della Lega Nord, Bossi commenta con disappunto il dato parziale dell'alta affluenza alle urne: ''Speriamo che la gente non vada a votare – dice – perché questi referendum sono inutili, sono soldi buttati via, solo solo un tentativo di dare una spallata al governo''.

La riforma del fisco tiene banco: ''Tremonti – commenta il Senatur – ha abbastanza ragione e fa bene a essere prudente. Ma i soldi si trovano, anzi li abbiamo gia', basta rinunciare alle missioni di pace''. Per saperne di piu' l'appuntamento e' a Pontida: ''Annunceremo delle novita' – promette – tireremo fuori la soluzione per trovare i soldi e riuscire a fare una riforma fiscale che aiuti le nostre imprese''. Bossi boccia la proposta della Confindustria: ''Una proposta orizzontale – dice – che finirebbe per aumentare i costi per tutti. Berlusconi e Tremonti – aggiunge – possono fare di tutto tranne che tassare le imprese, gli artigiani e i Comuni''. La scure – e' l'idea del leader del Carroccio – deve colpire altrove: ''Ci sono grandi banche con tanti soldi – dice – e non li hanno mai dati alle imprese. Ma prima o dopo i nodi tornano al pettine''.

Bossi non molla i ministeri: ''E' obbligatorio che vengano al Nord, dobbiamo avere la testa a Milano e Torino, le gambe lasciamole pure a Roma. Ma se la testa non e' al Nord, finiamo male''. Infine, lancia un allarme: ''Abbiamo davanti – dice – un Paese che non funziona, che distrugge l'economia. Non abbiamo alternativa: dobbiamo cambiare''.

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