ROMA – “Il segretario sono io, chi non d’accordo se ne può andare”: Roberto Maroni replica duramente alle accuse di Umberto Bossi. In un’intervista al Fatto Quotidiano il senatur aveva detto: “Devo ricostruire la Lega, l’hanno distrutta. Aspetto il Congresso, mi candiderò prima che non ne rimanga più nulla”. Per Bossi Maroni ”ha trasformato i nostri ideali in burocrazia” e ”ha troppe poltrone e si dimentica delle cose. Io la base non l’ho mai abbandonata”.
Il giorno dopo la replica di Maroni: “Non c’è nessuna fronda interna e nemmeno resa dei conti, io sono il segretario federale. Quindi chi non è d’accordo se ne può andare. Quelle di Bossi sono opinioni personali ma non dirò mai nulla contro di lui”.
Maroni ha poi ribadito che in Lega c’è chi “ama far chiacchiere e interviste sui giornali e chi ama invece fare i fatti. Ora ci sono i ballottaggi e io li voglio vincere”.
Nell’intervista al Fatto Bossi ha attaccato duramente anche la linea politica di Maroni, liquidando la macroregione del Nord come “un progetto irrealizzabile”. E ha annunciato di volersi ricandidare al Congresso: ”Me lo chiedono tutti. Io alla Lega ho dato la vita e continuerò a farlo. Io sono pronto”.
Bossi aveva parlato del progetto di fondare un nuovo partito: “Volevamo e potevamo farlo. Per recuperare i tanti che sono stati cacciati, allontanati, emarginati ingiustamente dopo aver dato la loro vita per la Lega. Una vergogna. Poi però ho preferito non spaccarla e ora tenteremo di riprenderla. Maroni non è riconosciuto come capo”. Bossi si era detto deluso dagli ingrati: ”Ho scoperto di averne cresciuti molti” come Belsito, ”uno stronzo”, o come Maroni.
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