Bossi: “Fini non si è mosso di un passo”. Ma si apre uno spiraglio: “Crisi pilotata e Berlusconi bis”

Umberto Bossi

Il vertice con Fini non è andato come sperava ma anche a distanza Umberto Bossi continua a trattare, a cercare uno spiraglio per andare avanti e apre: crisi pilotata e Berlusconi bis. Ma subito Fini lo gela: “Le cose sono più complesse di così” e gli fa eco Bocchino: “Prima Berlusconi si dimetta, poi vediamo”.

Già dopo quell’ora a colloquio con Gianfranco Fini era chiaro che la trattativa fosse definitivamente chiusa. Il Senatur è uscito dallo studio di Fini e ha detto: “Ha ripetuto le stesse cose di Perugia”. Più di un’ora dopo però, dopo un vertice con i parlamentari della Lega, Bossi ha aperto qualche spiraglio e ha continuato a trattare “a distanza”: ha sì chiuso alla possibilità che l’Udc entri nel governo ma ha anche detto di preferire una “crisi pilotata” a una al buio e che Silvio Berlusconi “potrebbe accettare un reincarico”. Parole di apertura ma subito frenate dal leader di Fli e dai suoi uomini.

All’incontro con Fini oggi Bossi è andato insieme a Roberto Maroni e Roberto Calderoni, tre leghisti dal leader di Futuro e Libertà. Fini a Perugia aveva dettato le sue condizioni: o Berlusconi si dimette o i suoi al governo (il ministro Ronchi, il viceministro Urso, i sottosegretari Menia e Bonfiglio) lasceranno i rispettivi incarichi.

E il presidente della Camera lo ha ribadito in un incontro con il capogruppo di Fli Italiano Bocchino e il sottosegretario all’Ambiente Roberto Menia e anche Adolfo Urso, viceministro allo Sviluppo economico, e Flavia Perina, deputato di Fli e direttore del ‘Secolo d’Italia’ anche dopo:  “Io aspetto una risposta formale da Silvio Berlusconi alle cose che ho detto a Bastia Umbra. E, come ho appunto detto in quella occasione, ritirero’ la delegazione Fli al governo se la risposta sarà negativa. Ovviamente, un attimo dopo il rientro del premier da un importante vertice internazionale com’è il G20 di Seul”.

”Bossi voleva capire quanto io fossi fermo sulle dimissioni di Berlusconi, perché il premier non vuole dimettersi” e che ”la Lega non ha nascosto che avrebbero problemi a far entrare l’Udc”, ha detto Fini in merito alle sue prove di terzo polo con il leader Udc Pierferdinando Casini e alla semi-apertura della Lega che comunque sembra voglia ritardare l’ingresso dei centristi.

Subito dopo l’incontro Maroni ha scelto il silenzio, buio sull’incontro: “Non ho nulla da dire”. Calderoli ha optato per l’ironia: “L’incontro? Noi non c’eravamo”. Prima dell’incontro dai piani alti della Lega, archiviato lo spirito dei “secessionisti ribelli” parlavano solo di una “visita istituzionale”, ma sembrava volessero cercare «accordo politico di legislatura» proprio con il numero uno di Futuro e libertà.

Dopo il vertice a Montecitorio, dunque, sembrava che la trattativa fosse definitivamente archiviata. Ma verso le 15.30 ci ha pensato proprio Umberto Bossi a riaprire la partita: “Lo spazio c’è ancora per non andare a una crisi al buio. Molto meglio una crisi pilotata che una crisi al buio”. E Fini è d’accordo a una crisi pilotata? “Abbastanza”. Con Berlusconi premier? “Sì, non ce l’ha con Berlusconi”. A chi gli chiede se Berlusconi sia disponibile a dimettersi con la garanzia del reincarico, il leader della Lega risponde: “Le altre volte è avvenuto così, è andato al Quirinale per riavere il nuovo incarico”.

I commenti sono chiusi.

Gestione cookie