ROMA – Le camicie verdi gliele pagava lo Stato. Nei libri contabili della Lega Nord, tra le innumerevoli spese non giustificate, spunterebbe infatti anche una voce “abbigliamento”, con gli investigatori che hanno trovato uscite per 24 mila euro destinate a “Umberto Bossi” o “per il Capo”. Tra il 2008 e il 2011, il Senatur, attualmente indagato per truffa ai danni dello Stato, secondo gli inquirenti si sarebbe pagato anche vestiti, mutande, canottiere, calzini, scarpe e persino un pigiama grazie ai soldi pubblici dei rimborsi elettorali, elargiti dall’ex tesoriere Francesco Belsito.
Come riporta La Stampa, quasi trentamila euro in tre anni per capi d’abbigliamento. Trentamila euro di tasse, trasformati in rimborso elettorale, e di lì in mutande e calzini. Il materiale ritrovato durante le perquisizioni delle Fiamme Gialle è voluminoso e vario, per questo il lavoro dei periti cui è stato affidato risulta essere abbastanza complesso. Si calcola infatti che tra il 2009 e il 2011 dalla contabilità della Lega sia uscito un flusso di cassa pari a 3 milioni e 800 mila euro, poco più insomma di un milione di euro all’anno, per spese che a prima vista si direbbero molto lontane dall’attività politica di un partito. Di questi soldi, tra l’altro, ci sono giustificativi solo per un terzo delle spese, pari a un milione e 267 mila euro. Tutto il restante?
Ecco dunque che oltre alla voce “abbigliamento” risulta anche un costo di 7.400 euro in omaggi floreali. Si prosegue con 2.200 euro per “gioielli” e persino con 612 euro e 70 centesimi versati nel 2008 dall’ex segretaria di Bossi, Maura Locatelli, per pagare un abbonamento Sky a Gemonio, dove vive il Senatur.