Repubblica: “Bossi e la casa che doveva andare al partito, e invece…”

Umberto Bossi (Lapresse)

MILANO – Un’anziana militante leghista decise prima di morire di lasciare una casa di sua proprietà “all’on. Umberto Bossi, quale segretario della Lega Nord…”. E Bossi poi pero vendette la casa. Una questione che, come riporta Repubblica “fa scalpore perchè Bossi, decidendo, come ha poi fatto, di vendere l’appartamento, avrebbe l’obbligo di versare il denaro ricavato alla Lega, e di comunicare la compravendita alla Camera dei Deputati. Se questo non accade, e non è accaduto, oltre a un problema morale se ne pone anche uno legale e amministrativo: posto che Bossi ha violato la normativa parlamentare, dovrebbe pagare una sanzione pari a una cifra che varia da due a sei volte il valore della casa (480mila euro)”.

La storia comincia il 20 agosto 2003. All’epoca Caterina Trufelli, classe 1931, leghista di Cicognara di Viadana (Mantova), è ancora in salute. Il Tribunale di Milano ha risolto in suo favore un’accesa disputa familiare per la proprietà di un appartamento di via Mugello 6 a Milano. La casa è al sesto piano di un palazzo inizio secolo in zona viale Umbria: 250 metri quadrati, quattro stanze, cucina, bagno, ripostiglio e balconcini, cantina, solaio. Rendita catastale, 958,03 euro. Nel suo nuovo testamento scrive: “Io sottoscritta Caterina Trufelli, nel pieno possesso delle mie facoltà mentali revoco ogni mio precedente testamento e nomino erede universale l’onorevole Umberto Bossi, quale segretario della Lega Nord, nato a Cassano Magnago (VA) il 19/9/1941…”.

La Trufelli muore il 10 maggio 2010. Che fa il Senatùr con la casa di via Mugello? La gira nella disponibilità della Lega come prevede la normativa sulle “erogazioni liberali”? Oppure la vende e versa i soldi nelle casse del partito? Sempre stando a quanto riportato da Repubblica, Bossi la vende, sì, ma si tiene i soldi. Il primo febbraio l’appartamento viene acquistato da Angela Torazzi, “non coniugata”, alla cifra di 480mila euro (pagati con assegni non trasferibili e circolari).

L’Agenzia del Territorio registra accettazione e compravendita. Secondo le norme parlamentari, il capo leghista è tenuto a comunicare il tutto alla Camera. Cosa che non fa. Il bilancio ufficiale dei partiti, va detto, si chiude il 30 giugno, ma è prassi della Lega, come di altri, presentare gli stessi rendiconti alla Camera assieme alle “dichiarazioni congiunte”, il cui termine è scaduto il 31 marzo.

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