Petrolio padano. Bossi il tagliaboschi: “Torniamo alle centrali a legna”

Pubblicato il 23 Gennaio 2012 - 11:40 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Segnatevi queste parole: secondo Bossi per risolvere i problemi dei costi energetici bisogna tornare alle “centrali a legna, perché il nostro petrolio è la legna da ardere dei boschi”. Nostro nel senso di padano, ovviamente. Tesi avveniristica, non c’è che dire e infatti i settantacinque mila simpatizzanti leghisti alla manifestazione di Milano (li ha contati Calderoli, uno per uno) si sono spellati le mani. Rispetto alle stucchevoli polemiche sul nucleare, ai noiosi dibattiti sulle energie alternative, ecco spuntare le centrali a legna, anche il carbone suonerebbe troppo moderno.

Camicia a quadri, sguardo fiero puntato sul domani e sega elettrica in spalla, il tagliaboschi padano assurgerà a figura simbolo del movimento? Magari per rimarginare la ferita della frattura con Maroni, o per continuare la lotta senza quartiere al governo tecnico “infame”. Il tagliaboschi padano non fa sconti e se vuole non esiterà un attimo a segare il trespolo dove è abbarbicato il presidente della Regione Lombardia da 17 anni. La minaccia a Formigoni (o se ne vanno i tecnici a Roma o facciamo la crisi a Milano) ha monopolizzato le prime pagine dei giornali. La questione centrali a legna invece è passata quasi in sordina: ma è una rivoluzione, che stanerà i parrucconi a guardia dello status quo che si ostinano a vedere solo il gas, il metano, il petrolio. Liberalizziamo i boschi piuttosto e facciamone legna da ardere. La fiamma è spenta o è accesa?