Botta alle pensioni d’oro, il governo ci riprova

Botta alle pensioni d'oro, il governo ci riprova
Enrico Letta (Foto Lapresse)

ROMA- “Finanzieremo il reddito minimo con i soldi delle pensioni d’oro”. La frase è di Giovanni Legnini, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Per essere precisi la dichiarazione di Legnini annuncia “l’abbassamento della soglia da 150mila a 90mila euro“. E’ quindi evidente l’intenzione del governo di reintrodurre a sera cioè che era sparito al mattino.

Si comprende benissimo l’intenzione del governo quel che risulta incomprensibile è come, con un gettito derivante dalla iper-tassazione di alcune decine di migliaia di pensioni si possa finanziare il reddito minimo di alcuni milioni di persone. 

Il contributo di solidarietà sulle cosiddette pensioni d’oro sarà del 6% sulle pensioni oltre i 90mila euro l’anno, e salirà al 12% per le pensioni oltre 128mila euro, per giungere al 18% per gli assegni sopra 193mila.

Il contributo di solidarietà si applicherà per tre anni e le risorse che se ne ricaveranno, 40 milioni l’anno, andranno a incrementare il fondo per la carta acquisti.

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