Brambilla: “Donne, la dignità non si reclama in piazza”

Michela Vittoria Brambilla

ROMA – ”Ieri si è voluto resuscitare una sorta di femminismo fuori dal tempo per mascherare un uso tutto politico e ‘personalizzato’ della questione femminile”. E’ il commento di Michela Brambilla, ministro del Turismo, in una lettera inviata al Corriere della Sera, in cui analizza la manifestazione di ”alcune donne – scrive – per reclamare il rispetto della loro dignità”.

Pur riconoscendo alle donne italiane di aver fatto ”tanta strada” dagli anni Settanta ad oggi, ottenendo la legge sul divorzio, sull’aborto, sulla procreazione assistita e, infine, sullo stalking, Brambilla ritiene che ”l’effettiva parità”, sull’occupazione e sulla presenza in posizioni apicali sia ancora lontana. Alla luce di questa incompiuta parità, secondo il ministro ”non ha alcun senso scendere in piazza per reclamare dignità. La dignità ce la diamo da sole. Sia che scegliamo di declinarla nel mondo del lavoro, sia crescendo i nostri figli”. ”Quello che conta – prosegue Brambilla – è la libertà di scelta. E se dobbiamo scendere in piazza, facciamolo per qualcosa di concreto”.

Anche perché, rispetto alle donne degli anni Settanta che volevano la ”libertà di disporre della propria vita”, non si possono giudicare le ”giovani donne che oggi esercitano in misura sconosciuta alle loro nonne e forse anche alle loro madri” questa libertà. Infine, il ministro lancia una proposta ”alle colleghe dell’opposizione”: ”unire le nostre forze intorno ad un progetto comune, quello di lavorare per garantire a tutte le donne italiane il diritto ad un’uguale rete di servizi e di opportunità”.

Gestione cookie