ROMA – Bramini Sergio è personaggio noto, basta ricordare le visite a casa sua in campagna elettorale sia di Salvini che di Di Maio. Entrambi a sottolineare solidarietà e vicinanza con l’uomo e soprattutto con una storia. La storia raccontata soprattutto per via tv, formato Le Iene, dell’imprenditore che, non pagato per i suoi lavori e servizi dallo Stato, finisce per indebitarsi e andare in rovina.
Sergio Bramini martire dello Stato che non paga, Sergio Bramini martirizzato dallo Stato che elude i suoi debiti verso chi lavora. E poi sulla vittima Bramini infieriscono le banche che si prendono a forza la sua casa. Sergio Bramini fatto santo anti Casta dalle Iene e che quindi viene arruolato come consulente al Ministero da Di Maio nel frattempo diventato ministro. Questa, per sommi capi, la storia raccontata. Una storia esemplare che più esemplare non si può. Lo Stato gli doveva 4 milioni e lo hanno buttato per strada…
Ma il Csm (Consiglio Superiore della Magistratura) ci lavora sopra un anno e alla fine la storia la racconta molto, molto diversa. Che c’entrano i magistrati? C’entrano perché tra coloro che hanno martirizzato Bramini nella storia versione numero uno c’è un giudice fallimentare pubblicamente messo all’indice per aver “rovinato” e “mandato in mezzo alla strada” anche lui l’onesto imprenditore la cui unica colpa è di non essere stato pagato dallo Stato.
Dice Bramini che lo Stato comincia a non pagarlo dal 2005 e che lo Stato non lo paga per 4,2 milioni di euro. Ricostruisce il Csm: Bramini si indebita già dal 2001, quattro anni prima del blocco dei pagamenti a lui dovuti. Dice il Csm: nel 2011 Bramini si assegna compenso di 570 mila euro. Dice il Csm: nel 2011 il curatore fallimentare e Bramini raggiungono accordo di conciliazione: 200 mila euro. Che Bramini non paga. Dice il Tribunale fallimentare di Milano: i crediti di Bramini verso lo Stato sono pari a 1,6 milioni, non 4,2 milioni come dice Bramini, come dice la tv, come dice la politica, come dicono i Tg.
Dice il Csm questo dei crediti di Bramini e dice anche dei debiti di Bramini: in primo luogo di 1,7 milioni che Bramini deve al Fisco. Bramini non paga Irpef, Iva, Irap, Tfr, contributi previdenziali. Deve quindi allo Stato 1,7 milioni (lo Stato gli deve 1,6 milioni, secondo Csm stanno più o meno pari). Dice Csm: Bramini ha debiti di 1,1 milioni con i fornitori e quasi altrettanto con le banche. Dice dunque Csm: Bramini ha un credito con lo Stato di 1,6 milioni e debiti per 3,8 milioni di cui 1,7 con lo Stato. Conclude il Csm: “E’ falso che la Icom di Bramini sia stata fatta fallire per le inadempienze degli enti pubblici che pure ci sono state”.
Dice ancora il Csm di “una falsa rappresentazione mediatica, distorta, arbitraria, faziosa”. Tanto da consentire e incitare intimidazioni ai pubblici ufficiali e tanto da avallare pressioni inverosimili, fino al quel Prefetto che “pressava Questore, giudiced e presidente del Tribunale” perché non procedessero allo sloggio del Bramini per “imprecisate problematiche di ordine pubblico”.
Dice dunque il Csm…Il Csm racconta un’altra storia, non quella del martire dello Stato ma quella dell’eroe del non pago mai nessuno. Non è detto che anche in questa versione Bramini non piaccia un sacco alla gente.
Fonte: La Stampa