Intervistato dal Tg3, il ministro Aldo Brancher non era riuscito a spiegare quali deleghe gli spettassero con il nuovo incarico e ora ha deciso di “scaricare” la “colpa” sulla Gazzetta Ufficiale: “Le deleghe diventano ufficiali e definitive quando vengono pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale. E allora guardiamo quando sono sulla Gazzetta Ufficiale: non sono certo io che devo pubblicare questa cosa”.
Parlando del suo ministero senza portafoglio, Brancher ha detto che “questa è un’abitudine che appartiene al metodo, fa parte delle competenze della presidenza del Consiglio”. Quindi il ministro per il Decentramento si è detto curioso di quella che potrebbe essere la reazione dei suoi “colleghi” parlamentari: ”Non so cosa mi aspetto in Parlamento, ditemelo voi”.
Nominato ministro al posto del dimissionario Scajola, Brancher aveva subito richiesto di poter usufruire del legittimo impedimento: Brancher è infatti coinvolto nell’inchiesta sulla scalata alla banca Antonveneta. La sua nomina a breve distanza dall’udienza ha fatto nascere il sospetto che si fosse trattato di un “giochetto” fatto di proposito. Addirittura questa storia aveva fatto storcere il naso al presidente della Repubblica: Giorgio Napolitano è intervenuto con una nota ufficiale per ricordare che Brancher non poteva beneficiare del legittimo impedimento, visto che, essendo titolare di un ministero senza portafoglio, non aveva “impedimenti” istituzionali tali da impedirgli di essere in tribunale.
Sull’intervento del capo dello Stato Brancher ha replicato con un secco “no comment”: ”La vicenda è stata strumentalizzata. Non so chi ha sbagliato, ma chi ci ha marciato mi sembra evidente. Avevo chiesto già tre volte un rinvio per i miei impegni da sottosegretario e questa era un’ulteriore richiesta. Non ho preso in giro nessuno”.
Commentando il “caso” politico che ha scatenato la vicenda, Brancher si è limitato a dire: ”L’unica cosa che posso aggiungere sulla mia vicenda è questa: leggetevi l‘intervista di Calderoli sul Corriere della Sera di oggi”. Il ministro leghista ha infatti dichiarato che la nomina di Brancher era stata “caldeggiata” già da tempo da Umberto Bossi (che invece negli ultimi giorni ha preso le distanze dalla scelta, tanto da far cambiare il suo incarico, che inizialmente sarebbe stato di ministro per l’Attuazione del Federalismo). Le parole di Calderoli allontanerebbero il sospetto di una nomina “ad hoc”. Brancher ha detto che “con Bossi non c’è nessun tipo di problema”.