Brancher: “Sono sereno, vado avanti”, Pd e Idv: “Ministro si dimetta”

Aldo Brancher

Dopo aver rinunciato al legittimo impedimento nel processo Antonveneta, il neo ministro Aldo Brancher, si dice “tranquillo e sereno” e promette: “Vado avanti”. “Non mi aspettavo tanta cattiveria a tutti i livelli – afferma – Nella vita ne ho passate di tutti i colori, ma fino a questo punto…”.

Brancher aggiunge che quando ”accetta un impegno” sa perfettamente cosa va a fare. ”Chi non conosce il mio lavoro – dice – si informi prima di parlare”. Il neo ministro quindi esclude la possibilità di sue dimissioni, come invece richiesto a più voci dall’opposizione. ”Tutto quello che ho registrato e visto in questi due o tre giorni è una cosa che proprio non mi aspettavo – afferma – Sono stupito che l’Italia sia fatta di cattiveria e di odio. Le dimissioni non sono assolutamente in programma. Non mi avvalgo di nessuna protezione. Io sono tranquillo e sereno e devo proteggere la mia famiglia dai riflessi di questa vicenda”.

Poi in serata al tg3 Brancher si interroga: ”Ma come? L’Italia perde i mondiali e la gente se la prende con me? E’ una vergogna: mi ritengo una persona equilibrata e onesta di buon senso che ha sempre lavorato e continua a lavorare”. Sull’opposizione Brancher dice: ”Vada a vedere le deleghe, quelle che sono scritte. In questo momento… le deleghe… sulla Gazzetta Ufficiale, che se le leggano tutti. Vedo che ancora non sono state pubblicate. Sono sereno. Vado avanti”.

Idv: avanti con mozione di sfiducia. La rinuncia del legittimo impedimento, però, non chiude affatto la faccenda per le opposizioni che chiedono a gran voce le dimissioni di Brancher. ”Il ministro Brancher deve andare a casa. Per questo, Italia dei Valori ribadisce l’invito a tutte le opposizioni e a tutti i parlamentari che hanno ancora a cuore le istituzioni e la dignità di questo paese a sottoscrivere una mozione di sfiducia unitaria. Siamo disponibili ad incontrarli il più presto possibile” dichiarano in una nota congiunta i presidenti dei gruppi parlamentari di Italia dei Valori di Camera e Senato, Massimo Donadi e Felice Belisario. “La vicenda di Brancher – dicono i due – è grottesca e paradossale e tutt’altro che conclusa. Il vero scandalo, lo ribadiamo, è la sua nomina a ministro per sfuggire alle aule giudiziarie e la rinuncia di ieri al legittimo impedimento non cambia di una virgola la sostanza del problema. Qui c’è un intero paese preso in giro. La sua nomina è un imbroglio dimostrato dal fatto che non ha uno straccio di delega o competenza”.

Pd: Brancher si dimetta. Si unisce al coro anche il Pd che con il portavoce Andrea Orlando ribadisce quanto scandito anche nei giorni scorsi: “Al momento non sappiamo neppure di che cosa dovrebbe occuparsi Brancher, visto che nessuna delega gli è stata assegnata a dieci giorni dalla sua nomina. E’ l’ulteriore prova che ci troviamo di fronte a una incredibile buffonata finalizzata a evitare i processi. Se nella maggioranza c’è ancora un po’ di senso delle istituzioni si farebbe dimettere subito il ministro al legittimo impedimento e si cancellerebbe il suo inutile e inesistente ministero”.

Governo e maggioranza: è stato corretto. Diversa la posizione di molti esponenti di maggioranza e governo che invece dicono: il comportamento di Brancher è stato corretto. “La rinuncia di Brancher ad avvalersi del legittimo impedimento e la decisione di presentarsi in udienza – dice ad esempio il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini – dimostrano la correttezza di un ministro che, grazie al suo lavoro, darà forte impulso alle riforme, uno degli obiettivi primari di questo governo. Le sue decisioni mettono a tacere quel polverone, del tutto strumentale, sollevato dalla sinistra in questi giorni. Brancher è stato oggetto infatti di attacchi personali inaccettabili e per questo gli esprimo la mia profonda solidarietà”.

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