Brunetta: "Tremonti resti, ma non faccia da solo"

ROMA, 26 SET – ''C'e' stato un eccesso di delega. Tremonti sinora e' stato un eccellente ministro dell'Economia, ma non puo' rappresentare da solo la collegialita' del governo. Lui non lo puo' piu' pretendere; Berlusconi non glielo deve piu' consentire''. Il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta, intervistato dal Corriere della Sera, dice comunque no a un passo indietro del responsabile dell'Economia. ''Le dimissioni sono un trauma – afferma – e il Paese non ha bisogno di traumi''.

Sull'assenza di Tremonti nel voto su Milanese, ''io ho votato in modo responsabile. A ciascuno la sua responsabilita''', chiosa Brunetta, che invita a ''guardare avanti''. Ora, afferma, ''il valore aggiunto e' la collegialita', e questo vale per tutti. Il coordinamento dell'azione di governo spetta al premier. E' lui il medico che deve decidere la cura''. Dopo aver ''somministrato al corpo del Paese 265 miliardi di antibiotici'', servono ''vitamine strutturali, cioe' le riforme'', spiega Brunetta. Le riforme, tuttavia, non devono passare attraverso una patrimoniale. ''Concordo con Franco Debenedetti: sarebbe il de profundis per le riforme. E con Alesina e Giavazzi: la patrimoniale e' una foglia di fico voluta dai poteri forti per nascondere le rendite di posizione''. Per rilanciare l'economia il ministro punta sulle privatizzazioni. ''Abbiamo un'enorme quantita' di capitale pubblico morto. Va trasformato in capitale vivo privato'', sostiene. ''C'e' un capitale immobiliare che non fa economia, efficienza, produttivita'. Penso alla proprieta' degli enti locali sul 99% delle public utilities e alle case di Regioni, Province, Comuni, enti, Stato. Due milioni di affitti irrisori; gli inquilini vorrebbero riscattarle, ma la politica non vuole''. Per Brunetta bisogna ''dire con chiarezza che e' finita l'Unione Sovietica in Italia, cominciare una rivoluzione culturale. Dentro questa ondata di cambiamento – sottolinea – si puo' diminuire il peso dello Stato in Eni, Enel, Finmeccanica''. Nell'intervista il ministro si dice d'accordo con Alfano sulle primarie ma, precisa, e' ''giusto prevederle per legge, magari anche in Costituzione''.

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