Brunetta trombato grida al complotto leghista. Un amore nato già morto

 

Il ministro Renato Brunetta

 

“Ho le prove, ho le prove, mi avete tradito, me la pagherete..”: chi ha pronunciato queste parole? Mercedes Bresso contro Grillo? Veltroni contro Bersani? La Bonino contro una parte del Pd? Neppure per idea: a rinverdire i fasti del centro sinistra, litigioso nella vittoria e nella sconfitta, ci ha pensato Renato Brunetta, il ministro berlusconiano che ha tonfato alla grande a Venezia nella corsa per conquistare il comune. Battuto per giunta, da un pacatissimo e venezianissimo avversario: l’avvocato Orsoni, che anche nel nome non si presentava certo come un avversario facilmente commestibile per il pur battagliero Renato o Renatino come lo hanno sempre chiamato gli amici lagunari.

Il ministro era convinto di farcela e per raggiungere l’obiettivo non ha badato a spese né si è risparmiato in tv, dove, solo nelle settimane precedenti al voto, era comparso per 1600 minuti contro i 3 riservati al suo avversario. Tutto sembrava procedere per il meglio, almeno per Brunetta, che si dava ormai per sicuro vincitore. I risultati delle regionali, per altro, avevano segnato un trionfo per la destra e lo stesso candidato della Lega aveva raggiunto quasi il 20 per cento dei consensi nel comune di Venezia, un record assoluto.

Il prode Renato si era fatto una mano di conti e confidando nella sua popolarità e dunque in un voto disgiunto già si preparava a sfilare per il Canal Grande magari travestito da Doge. Il sogno non si è avverato perché dalle urne sono spariti migliaia di voti, la Lega che pure aveva trionfato alle regionali non ha ripetuto lo stesso risultato alle comunali.

Da qui l’urlo disperato di Renato che questa mattina tuona dai giornali veneti indicando negli alleati leghisti i mandanti e i responsabili del complotto ordito ai suoi danni.

Non contento aggiunge anche che presenterà un dossier dettagliato sui torti subiti e sulla decisione di farlo fuori da parte della dirigenza leghista. Non male per una coalizione che ha appena vinto le elezioni e che dovrebbe festeggiare il dominio acquisito nel nord.

In realtà quello che sta accadendo è solo il prologo di uno scontro che non sarà di breve momento e non sarà superficiale. Uno scontro iniziato con la decisione di non ricandidare il presidente Galan.

Quelle ferite non sono mai state chiuse e sono destinate a riaprirsi, a produrre nuove rotture politiche e sociali, e in prospettiva giungeranno a divaricarsi, come ha sottolineato l’ex sindaco di Venezia Massimo Cacciari. Certo servirebbe anche una opposizione unita, dinamica, capace di essere considerata una credibile alternativa, ma questo è un altro discorso.

Lo scontro tra Brunetta e i leghisti veneti e veneziani rientrerà perché per ora sono condannati a litigare ma a non separarsi,ma dovremo abituarci a sentire quintali di lamenti e liti provenienti dal fronte del nord est.

Ovviamente non sappiamo se i leghisti abbiano davvero deciso di tradire l’amico Renato, ma abbiamo la sensazione che l’esuberante ministro si sia tradito da solo quando con una certa solennità ha annunciato che avrebbe fatto insieme il sindaco e il ministro, dedicando il suo tempo libero ad una città che per qualche secolo è stata considerata ed è stata una delle grande capitali internazionali.

Può darsi che qualche leghista gli abbia negato il voto, ma invece di gridare al complotto consiglieremmo a Brunetta di farsi una passeggiata in città e di rileggersi alcune frasi che i Pasquino della laguna hanno aggiunto sotto i suoi manifesti. Una recitava così: “Renato mezzo culo e due careghe..”, tradotto “Renato con mezzo culo vuoi tenere due sedie, cioè due incarichi”. Per tacere delle battutacce più mordaci che ne irridono la bassa statura. Ma non si può vellicare la pancia del popolo sovrano solo a giorni alterni.

Non sarà stata una considerazione di scuola britannica,ma sicuramente sintetizza al meglio le ragioni di una sconfitta,per la quale non occorre scomodare l’antica categoria del complotto,per una volta leghisti e non leghisti hanno condiviso lo stesso sentimento e forse non sarà la sola volta,a Venezia e nel Veneto.

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