La cosa più incredibile è che ci credete, in fondo ci crediamo quasi tutti. A cosa? Al fatto che il “bunga-bunga” lo facciano davvero. Sì, va bene, non è un sondaggio con tutti i crismi dell’indagine demoscopica. Sì, certo: è la risposta emotiva di un campione casuale e non statistico. Però il 91 per cento dei quasi duemila che hanno risposto Sì alla domanda se “bunga-bunga” lo facciano davvero è impressionante. Eppure è la cosa meno accertata, quella forse più gonfiata, di certo la meno documentabile. Diciamolo, la più improbabile. Eppure appare ovvia e scontata: per nove su dieci la sera “bunga-bungano”. Forse non è vero, ma è vero che ci credete e che in fondo ci crediamo ed è questa, a ben guardare, la “breaking-news”, la vera notizia. Chi assolve e chi condanna, chi giustifica e chi chiede dimissioni, chi si dice indifferente, chi solidarizza e chi demonizza: però praticamente tutti non escludono, anzi accettano che possa essere vero. Il “bunga-bunga” è cane che morde uomo e non viceversa.
Seconda domanda su quale aggettivo definisca lo “stile di vita” del premier. “Malato” per il cinquanta per cento, incosciente per il 23, volgare per il 16. Fa 89 per cento di condanna o presa di distanza. Moralismo via web? Può darsi. Giudizio sommario? Possibile. Ma anche di certo fastidio, perfino “noia”.
Terza domanda, l’unica nella quale Berlusconi ha qualche numero che lo difende: il 31 per cento dice che sono “fatti suoi” anche se è presidente del Consiglio e quindi uomo pubblico. Una risposta su tre difende il carattere privato di ogni comportamento dell’uomo pubblico.
Quarta e più importante domanda, quella sulla telefonata alla Questura: illegittima per il 76 per cento, prepotenza per il 14 per cento. Fa novanta per cento e solo un dieci nper cento che la legge come raccomnadazione (sette per cento) o atto di cuore (tre per cento). S’, ha ragione Bossi, quella telefonata Berlusconi non doveva farla, ha preteso troppo dal suo stesso mito.