Calderoli: "Nessun doppio stipendio, nemmeno ad Agcom e ministri"

ROMA, 3 NOV – ''Con riguardo alla videointervista al sen. Stradiotto, consultabile oggi sul sito www.corriere.it, dal titolo 'Fuori ruolo, abolito il doppio stipendio? Non per tutti' – nella quale, tentando di smentire quanto dichiarato dal Ministro Roberto Calderoli nel corso della trasmissione Report (andata in onda su Rai 3 domenica 23 ottobre) si afferma, per un verso, che il divieto di doppio stipendio per i dipendenti pubblici fuori ruolo, introdotto dal Governo nel decreto legge n. 98 del 2011, non sarebbe applicabile ai componenti dell'AGCOM e, per altro verso, che il medesimo divieto, attraverso una norma definitiva poco chiara, non riguarderebbe anche i capi di gabinetto dei ministri – occorre sia smentire cose non vere, riportate nell'articolo a commento, che dare un senso ai concetti usati 'in liberta'' dall'intervistato'':lo afferma Roberto Calderoli Ministro per la Semplificazione Normativa e Coordinatore delle Segreterie Nazionali della Lega Nord.

''Quanto alle cose non vere – aggiunge – bastava leggere l'allegato B, richiamato dalla norma in questione e che elenca gli enti pubblici i cui componenti non possono cumulare il doppio stipendio, per rendersi conto che si fa menzione, tra le prime, proprio dell'Autorita' Garante per le comunicazioni, altrimenti nota come AGCOM. Evidentemente e' sempre piu' ampia la categoria di chi preferisce parlare piuttosto che leggere''.

''Quanto alle precisazioni, che dato il tratto in qualche modo confusionario dell'intervista non appaiono affatto scontate, e' chiaro che nell'elenco non compaiono i capi di gabinetto dei ministri in quanto, secondo l'ordinamento odierno, se costoro continuano a percepire lo stipendio, pur essendo collocati fuori ruolo, non conseguono un altro stipendio per la nuova carica rivestita, ma solo una frazione di indennita' rispetto a quella intera che invece percepiscono coloro i quali non sono pubblici dipendenti. Nessun 'doppio stipendio', dunque.

Infine, quanto alla non applicabilita' del divieto a chi e' gia' in servizio, e' evidente che non si possono di colpo 'stracciare' i contratti gia' stipulati, col rischio, evidentemente trascurato da chi fa demagogia, di dover pagare, oltre agli stipendi, anche i risarcimenti dei danni e le spese legali a causa di facilmente prevedibili soccombenze innanzi ai Tribunali della Repubblica e alla Corte costituzionale.

In definitiva, il sistema previsto dalla finanziaria di inizio estate sara' forse perfettibile – afferma ancora Calderoli – ma intanto e' la prima volta, e lo ha fatto solo questo Governo, che si afferma il principio del divieto del doppio stipendio cui, a quanto pare, il partito del sen. Stradiotto non aveva mai pensato finche' era alla guida del Paese e aveva i suoi Capi di Gabinetto''.

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