Calderoli: “Due canali Rai sarebbero da privatizzare”

Roberto Calderoli

Roberto Calderoli durante la settimana fa il ministro e anche i suoi avversari dicono che faccia molto bene: serio, competente, preciso, affidabile.

Nel fine settimana si mette in libertà e le spara grosse.

L’ultima è di questo week end: la tv pubblica deve “dimagrire”: “Se la Rai deve fare servizio pubblico, lo può fare con un canale, e invece di carrozzoni ne abbiamo tre che si cannibalizzano fra di loro. Se a Mediaset ogni rete risponde alle esigenze di una fascia di pubblico, alla Rai ciò non accade. Rai Tre dovrebbe essere un canale a vocazione regionale, invece prevale sempre la programmazione nazionale. Due canali andrebbero privatizzati”.

Si tratta di una tesi che certamente piace a Silvio Berlusconi, che come tutti sanno al centro dei suoi pensieri non ha l’Italia ma le sue tv.

Ma non è una tesi che può piacere ai cittadini per i quali una rai pubblica e anche lottizzata è una garanzia di pluralismo che nessun privato può garantire. Privatizzare la Rai è una tesi azzardata e irresponsabile, che ha affascinato politici di sinistra come di destra anche perché di facile presa demagogica.

Altra cosa è la gestione della Rai, che dopo gli anni mitici, è obiettivamente difficile portare a esempio. Su questo Calderoli non ha tutti i torti. In una intervista alla Stampa ha detto: “Abbiamo chiesto sacrifici a tutti, non vedo perché la Rai ne dovrebbe essere esentata”.

Ai Mondiali, ha osservato ancora Calderoli, Sky ha circa cinquanta inviati, la Rai 100, e “Sky manderà in onda tutte le partite, la Rai un terzo. Il costo del personale è il 33% delle spese, l’emendamento dice che deve scendere al 25%. Su questo [la Rai] ha da imparare sia da Mediaset che da Sky. Invece, come leggo dai giornali, l’azienda del servizio pubblico paga gente per non lavorare”.

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