Calderoli: “Tettamanzi come un prete mafioso in Sicilia”

Pubblicato il 7 Dicembre 2009 - 10:18 OLTRE 6 MESI FA

calderoliL’ invito di un cardinale di Santa Romana Chiesa alla sobrietà e alla tolleranza verso gli altri,  a Milano può essere visto come un’imperdonabile interferenza proprio dai più strenui difensori di crocifissi, tradizioni religiose, valori cristiani. Sentite la dotta replica di un ministro della Repubblica, il leghista Roberto Calderoli, alle parole spese a Sant’Ambrogio dal cardinale Tettamanzi: “La grande capacità della Chiesa territoriale dovrebbe essere la vicinanza con il territorio. Tettamanzi con il suo territorio non c’entra proprio nulla. Sarebbe come mettere un prete mafioso in Sicilia”.

Proprio così, papale papale, con il tatto che gli si riconosce, Calderoli prende le distanze da chi ha osato criticare una politica basata solo sulla forza e mai sull’ascolto e l’attenzione ai veri problemi. Il suo non è uno sfogo o una mezza risposta rubata ma l’esatta posizione della Lega, peraltro ben illustrata dagli editoriali domenicali della Padania contro l’arcivescovo di Milano paragonato con irriverente e rozza analogia a un “imam”, massimo degli insulti per un leghista duro e puro.

“Perché Tettamanzi non è mai intervenuto in difesa del crocifisso? Perché parla solo dei rom? –  chiede Calderoli in un’intervista a Repubblica. “Negare che persone di una certa etnia facciano un tipo di attività è disconoscere la realtà. Seguendo la logica dei poverini non si va da nessuna parte, si trasformano solo i nostri poverini in agnelli sacrificali”.

“Tettamanzi – aggiunge –  faccia quello che vuole. Noi continueremo ad andare nel senso opposto. A Milano o in Lombardia un sacerdote che fa politica non lo ascolta nessuno”. La litania leghista prosegue su un copione consolidato: a Milano sono cattocomunisti, è chiaro, ma questo non è l’orientamento generale della Chiesa italiana, il rispetto deve essere reciproco ecc.

Sulla polemica interviene Massimo Cacciari: “Su questa, come su altre questioni, la Lega non sa di cosa parla, c’è una totale ignoranza sui fondamenti del cristianesimo. Pensare di trattare lo straniero come nemico è frutto della colossale ignoranza di questa gente”.

Il sindaco di Venezia esprime il suo sdegno verso l’atteggiamento sordo e incolto della Lega: “Per loro lo straniero non dovrebbe esistere e i preti si dovrebbero limitare a fare patronato e a far giocare i bimbi all’oratorio. Per loro dire ‘imam’ è un insulto. Queste persone possono provocare danni pazzeschi, e mi sembra che questo paese non capisca il rischio che stiamo correndo con forze politiche di questo genere al governo”.

“I leghisti sono solo alla disperata ricerca di una religio civili, una predica vagamente moralistica fatta per tenere buone le persone. Con buona pace loro – prosegue Cacciari – è proprio compito della Chiesa denunciare dal suo pulpito la mancanza di pratiche di carità. Con realismo devo dire che c’é solo la Chiesa che svolge un ruolo essenziale per il nostro futuro”.

Dura la posizione della fondazione FareFuturo: «Sono mercanti di paura che utilizzano la religione come carta d’identità, come facile strumento per riempire la propria vuotezza. Questo succede – prosegue una nota dell’associazione vicina a Gianfranco Fini – quando la politica prende in prestito la fede per farne uno strumento di odio e divisione, quando si confonde la croce con un simbolo di partito».