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Camera, niente da fare per i 30 portaborse: non saranno assunti

di luiss_vcontursi |6 Marzo 2013 16:06

ROMA – Niente da fare per i 30 portaborse della Camera che aspettavano di essere assunti a tempo indeterminato. L’ufficio di presidenza della Camera non ha deliberato l’assunzione ‘in extremis’ a Montecitorio a tempo indeterminato, senza concorso, di trenta collaboratori ed assistenti dei deputati che lo compongono. Senza i parlamentari di riferimento la collaborazione dei 30 rischiava di interrompersi e così si era parlato dell’ipotesi di assumerli in blocco, a tempo indeterminato. Ma la Camera ha fatto marcia indietro. La riunione dell’organo di Montecitorio, durata circa cinque minuti, ha solo approvato i verbali delle ultime sedute della XVI legislatura e del conto consuntivo del bilancio della Camera. Il tema dell’assunzione dei portaborse ”non è stato trattato”, spiega uno dei componenti.

La riunione dell’Ufficio di presidenza è stata preceduta da un incontro ristretto a cui hanno partecipato soltanto il presidente Gianfranco Fini, i quattro vicepresidenti ed i tre questori di Montecitorio, nel corso della quale, spiega chi era presente, al termine di un lungo dibattito si è dovuto prendere atto della mancata volontà espressa dai gruppi parlamentari più numerosi, il Pd ed il Pdl, di procedere all’assunzione dei collaboratori, che era la premessa politica per il via libera all’operazione. La possibilità di assumere trenta collaboratori dei 18 membri dell’Ufficio di presidenza, da inserire negli organici dei nuovo gruppi parlamentari, per un costo di tre milioni di euro, era stata resa nota nei giorni scorsi da alcuni organi di stampa.

Una prassi non nuova, verificatasi già nel 2001 e nel 2006, che ha fatto discutere non poco in giornate in cui ci si appella alla riduzione dei costi della politica da parte di tutte le forze politiche e del Movimento Cinque Stelle che ne fa un cavallo di battaglia per i suoi rappresentanti in Parlamento. L’assunzione dei trenta collaboratori, veniva fatto notare, non sarebbe stata un aggravio alle spese della Camera, ma anzi avrebbe determinato un risparmio collettivo: a partire dalla prossima legislatura, infatti, è stato previsto che i componenti dell’Ufficio di presidenza avranno a disposizione un collaboratore in meno rispetto a quelli attualmente previsti.

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