![Campania, dove Berlusconi per vincere le elezioni deve tifare Pd. Quei 15 seggi...](/wp/wp-content/uploads/2018/02/berlisconi-300x201.jpg)
NAPOLI – Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni costretti a tifare Pd. E’ il paradosso di queste elezioni che si va facendo cronaca in Campania, la regione definita l’Ohio d’Italia, che con i suoi 15 collegi in palio tra Camera e Senato e in bilico tra 5Stelle e centrodestra può dar vita o far naufragare una maggioranza parlamentare. Sia chiaro, va detto subito, che i dem di vincere non hanno possibilità alcuna. Se però riusciranno a tenere, Berlusconi&co. avranno ottime chances di avere i numeri per governare, mentre se il partito di Matteo Renzi crollerà l’obiettivo si allontanerà, perché quei seggi se li aggiudicheranno i 5Stelle. Il perché di questo paradosso è presto spiegato: se i dem conserveranno i loro voti il centrodestra è e rimarrà allora più forte dei grillini, risultando quindi vincente nei collegi uninominali.
Ma se l’emorragia di voti dem dovesse superare una soglia critica e mandare il Pd sotto il 20%, allora buona parte di quei voti andrebbero al partito di Di Maio, consentendogli di superare la coalizione guidata da Berlusconi e portare a casa, anzi in Parlamento, i seggi in bilico. La partita si gioca tutta o quasi in Campania, regione che potrebbe rivelarsi il classico ago della bilancia in grado di spostare l’esito di una partita in verità molto più grande. La partita è nemmeno a dirlo quelle delle prossime elezioni del 4 marzo. Una partita, come siamo ultimamente abituati, dall’esito niente affatto scontato e con il forte rischio di una vittoria non assegnata. Non è infatti fantapolitica immaginare e temere che dalle urne delle prossime politiche possa non uscire una maggioranza.
Ipotesi chiara agli attori in campo che per questo escludono alleanze post-voto, ben sapendo che dovranno probabilmente farvi ricorso, e ricordata con una discreta dose di indelicatezza istituzionale da Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea che parlando delle prossima scadenza elettorale italiana ha detto: “Prepariamoci ad un governo non operativo”. Cioè un governo senza numeri e quindi senza capacità di governare a pieno. E la differenza tra governo operativo e non, stando agli ultimi sondaggi che si possono fare, raccontare ma non pubblicare, passa proprio per una quindicina di parlamentari. Esattamente quel numero che mancherebbe al centrodestra per avere una maggioranza e che sono in palio in Campania.
Una partita che si gioca letteralmente su una manciata di voti. “In molti collegi veramente ce la giochiamo sul filo dei cento voti – dice Mara Carfagna – Il Pd poi si è dissolto e ha fatto scelte incredibili. Nel Cilento, per la Camera, hanno candidato l’’uomo delle fritture’, Franco Alfieri, quello che De Luca invitava a fare tanti incontri elettorali a base di fritture di pesce e clientelismo. Noi abbiamo candidato una docente di procedura penale, la professoressa Marzia Ferraioli, mentre i 5 Stelle hanno messo in campo Alessia D’Alessandro che Di Maio ha spacciato per consulente economica della Cdu, il partito della cancelliera Angela Merkel. Una vera bufala – precisa Carfagna – ma il voto ai 5 Stelle viaggia attraverso canali, emozioni e logiche che vanno oltre le classiche campagne elettorali”.
Il copyright della definizione ‘Ohio d’Italia’ spetta all’onorevole forzista Paolo Russo che spiega anche qual è l’asticella da tenere a mente: “Il rischio è che il Pd in liquefazione scenda sotto il 20% e porti i grillini a oltre il 35%. Qui – spiega Russo – due su tre ex elettori dei Democratici oggi votano 5 Stelle. Il punto è che al Nord noi abbiamo un alleato, la Lega, molto forte. Al Sud invece la massa d’urto elettorale è soprattutto Forza Italia. Così i grillini spadroneggiano in Puglia, in Abruzzo, in Calabria, in Sicilia. In Campania noi teniamo botta. Solo adesso molti nostri portatori di voti, professionisti, amministratori e militanti si sono svegliati. Finora la campagna elettorale non era stata percepita”.
I grillini sono al momento in vantaggio in questa gara. Lo sono a Napoli, città che elegge 4 deputati e 2 senatori, ma non a Salerno dove il governatore De Luca tiene in piedi l’ultima diga di contenimento. E lo sono anche nell’entroterra di Salerno, nell’agro nocerino-sarnese, dove sono avanti di 2-3 punti mentre nel Nolano, alle porte di Napoli, è la coalizione guidata da Forza Italia ad allungare, così come nella zona di Caserta e Benevento.