Campania, dove Berlusconi per vincere le elezioni deve tifare Pd. Quei 15 seggi…

Campania, dove Berlusconi per vincere le elezioni deve tifare Pd. Quei 15 seggi...
Campania, dove Berlusconi per vincere le elezioni deve tifare Pd. Quei 15 seggi… (Ansa)

NAPOLI – Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni costretti a tifare Pd. E’ il paradosso di queste elezioni che si va facendo cronaca in Campania, la regione definita l’Ohio d’Italia, che con i suoi 15 collegi in palio tra Camera e Senato e in bilico tra 5Stelle e centrodestra può dar vita o far naufragare una maggioranza parlamentare. Sia chiaro, va detto subito, che i dem di vincere non hanno possibilità alcuna. Se però riusciranno a tenere, Berlusconi&co. avranno ottime chances di avere i numeri per governare, mentre se il partito di Matteo Renzi crollerà l’obiettivo si allontanerà, perché quei seggi se li aggiudicheranno i 5Stelle. Il perché di questo paradosso è presto spiegato: se i dem conserveranno i loro voti il centrodestra è e rimarrà allora più forte dei grillini, risultando quindi vincente nei collegi uninominali.

Ma se l’emorragia di voti dem dovesse superare una soglia critica e mandare il Pd sotto il 20%, allora buona parte di quei voti andrebbero al partito di Di Maio, consentendogli di superare la coalizione guidata da Berlusconi e portare a casa, anzi in Parlamento, i seggi in bilico. La partita si gioca tutta o quasi in Campania, regione che potrebbe rivelarsi il classico ago della bilancia in grado di spostare l’esito di una partita in verità molto più grande. La partita è nemmeno a dirlo quelle delle prossime elezioni del 4 marzo. Una partita, come siamo ultimamente abituati, dall’esito niente affatto scontato e con il forte rischio di una vittoria non assegnata. Non è infatti fantapolitica immaginare e temere che dalle urne delle prossime politiche possa non uscire una maggioranza.

Ipotesi chiara agli attori in campo che per questo escludono alleanze post-voto, ben sapendo che dovranno probabilmente farvi ricorso, e ricordata con una discreta dose di indelicatezza istituzionale da Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea che parlando delle prossima scadenza elettorale italiana ha detto: “Prepariamoci ad un governo non operativo”. Cioè un governo senza numeri e quindi senza capacità di governare a pieno. E la differenza tra governo operativo e non, stando agli ultimi sondaggi che si possono fare, raccontare ma non pubblicare, passa proprio per una quindicina di parlamentari. Esattamente quel numero che mancherebbe al centrodestra per avere una maggioranza e che sono in palio in Campania.

Una partita che si gioca letteralmente su una manciata di voti. “In molti collegi veramente ce la giochiamo sul filo dei cento voti – dice Mara Carfagna – Il Pd poi si è dissolto e ha fatto scelte incredibili. Nel Cilento, per la Camera, hanno candidato l’’uomo delle fritture’, Franco Alfieri, quello che De Luca invitava a fare tanti incontri elettorali a base di fritture di pesce e clientelismo. Noi abbiamo candidato una docente di procedura penale, la professoressa Marzia Ferraioli, mentre i 5 Stelle hanno messo in campo Alessia D’Alessandro che Di Maio ha spacciato per consulente economica della Cdu, il partito della cancelliera Angela Merkel. Una vera bufala – precisa Carfagna – ma il voto ai 5 Stelle viaggia attraverso canali, emozioni e logiche che vanno oltre le classiche campagne elettorali”.

Il copyright della definizione ‘Ohio d’Italia’ spetta all’onorevole forzista Paolo Russo che spiega anche qual è l’asticella da tenere a mente: “Il rischio è che il Pd in liquefazione scenda sotto il 20% e porti i grillini a oltre il 35%. Qui – spiega Russo – due su tre ex elettori dei Democratici oggi votano 5 Stelle. Il punto è che al Nord noi abbiamo un alleato, la Lega, molto forte. Al Sud invece la massa d’urto elettorale è soprattutto Forza Italia. Così i grillini spadroneggiano in Puglia, in Abruzzo, in Calabria, in Sicilia. In Campania noi teniamo botta. Solo adesso molti nostri portatori di voti, professionisti, amministratori e militanti si sono svegliati. Finora la campagna elettorale non era stata percepita”.

I grillini sono al momento in vantaggio in questa gara. Lo sono a Napoli, città che elegge 4 deputati e 2 senatori, ma non a Salerno dove il governatore De Luca tiene in piedi l’ultima diga di contenimento. E lo sono anche nell’entroterra di Salerno, nell’agro nocerino-sarnese, dove sono avanti di 2-3 punti mentre nel Nolano, alle porte di Napoli, è la coalizione guidata da Forza Italia ad allungare, così come nella zona di Caserta e Benevento.

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