Campania, Vincenzo De Luca vince nonostante tutto. Contro Bindi, Caldoro, Severino…

di Emiliano Condò
Pubblicato il 1 Giugno 2015 - 10:33 OLTRE 6 MESI FA
Vincenzo De Luca vota

Vincenzo De Luca vota

ROMA – Vincenzo De Luca vince nonostante tutto. Vince contro tutto e tutti. Con poco più di due punti di margine sul governatore uscente Stefano Caldoro, De Luca si prende la Campania. Quando, nella mattinata di lunedì 1 giugno mancano ancora un pugno di sezioni l’ex sindaco di Salerno ha il 40, 93% del voti contro il 38,35% del suo principale avversario. Staccato il Movimento 5 Stelle con Valeria Ciarambino che si ferma al 17,73% dei voti.  Ma al di là dei due punti e mezzo di margine, quella di De Luca è una vittoria netta sotto tutti i punti di vista a cominciare dal risultato politico più evidente: la Campania torna al centrosinistra.

De Luca vince in primo luogo contro il suo avversario, quello Stefano Caldoro che pure qualche vantaggio in partenza ce l’aveva. Prima di tutto essere il governatore uscente. E i governatori spesso e volentieri vengono riconfermati. Caldoro aveva il vantaggio di essere sostenuto da tutto il suo schieramento. Cosa che di certo non si può dire di De Luca. E qui vengono le altre vittorie dell’ex sindaco di Salerno.

De Luca, infatti, ha vinto contro Rosy Bindi, la Commissione Antimafia,  e quella parte di Pd che prima ha cercato di non farlo candidare e poi gli ha appioppato il marchio di “impresentabile” a 48 ore dal voto. Lotta fratricida, quella tra Renzi e l’opposizione interna al Pd, in cui De Luca si è trovato inconsapevole oggetto. Schiacciato tra chi per fermare Renzi voleva far perdere il Pd e quel segretario premier che De Luca più che supportare sopporta. De Luca non è certo di stretta osservanza renziana. E’ là perché come Raffaella Paita in Liguria ha vinto le primarie.

Poi De Luca ha vinto contro la legge Severino. In Italia può succedere e succede che uno si candidi e vinca le elezioni anche se, a norma di legge vigente, deve essere sospeso il giorno dopo per gli effetti di una legge, la Severino appunto, che non consente ai condannati per certi reati di mantenere l’incarico pubblico. De Luca, condannato in primo grado per abuso d’ufficio per la vicenda di un termovalorizzatore a Salerno, lo sapeva. Nonostante tutto si è candidato prima alle primarie e poi alle regionali vincendole entrambe. Ora tutta la pressione è su Renzi: spetta a lui la sospensione, spetterà alla magistratura esaminare il ricorso di De Luca in tempi ragionevoli.

De Luca alla fine ha vinto contro la macchina tafazziana e farraginosa delle regole del Pd. Il partito nonostante la condanna ha inanellato un pasticcio dopo l’altro, ha spostato tre volte le primarie. Nessuno è stato in grado di fargli mollare l’osso-candidatura. De Luca ha tenuto il punto e ha vinto. Quanto al Pd una volta che se lo è trovato là l’ho ha supportato in modo tiepido e quasi invisibile. Fino alla frittata dell’antimafia.