ROMA – Caso Giulia Ligresti, la telefonata di Anna Maria Cancellieri potrebbe trasformarsi in una miccia esplosiva per il governo Letta. Intanto la guardasigilli si dice serena e sostiene: “Il mio è stato un gesto umanitario”. Martedì alle 16 sarà in Senato per spiegare la sua posizione.
Lei, il ministro Anna Maria Cancellieri, sul caso Ligresti ostenta sicurezza: “Io vado avanti, ho fatto solo il mio dovere, non c’è stata nessuna interferenza”, va ripetendo. E ancora: “Una roba da matti. L’intervento” per chiedere i domiciliari per Giulia Ligresti “ho sempre agito così, anche in altri casi”. “Sono serenissima e tranquilla – dice – pronta a rispondere a qualunque domanda. Il mio è stato un intervento umanitario, mosso da un detenuto che poteva morire. Se fosse morta cosa sarebbe accaduto?”.
“Non siamo tutti uguali davanti alla legge? – aggiunge – Certo! Non ci sono detenuti di serie A e serie B. Dobbiamo lottare per migliorare il sistema carcerario, ma queste cose non aiutano”
Ma il suo caso può trasformarsi in una bomba esplosiva per il governo Letta. Al momento su di lei il Pd è spaccato e le chiede chiarezza. Enrico Letta le ha ribadito privatamente “appoggio pieno”, in un incontro a palazzo Chigi, ma non ha preso le sue difese pubblicamente, nè sembra abbia intenzione di prenderle.
Berlusconiè, potrebbero cavalcare l’onda lunga della polemica per chiedere a Letta di inserire nella compagine di governo dei ministri a lui fedeli, e che bilancino il peso dei vari Quagliariello, Lorenzin, Lupi. A quel punto Letta dovrebbe mettersi intorno a un tavolo con Berlusconi a discutere su chi mettere al ministero della Giustizia in primis e poi chi dover sostituire per inserire i ‘falchi’ a palazzo Chigi. Un passaggio delicato che potrebbe arrivare proprio a ridosso del voto in Senato sulla decadenza di Berlusconi, sovrapporsi, e facilitare ancora di più le condizioni per una crisi di governo.
Mentre si va delineando questo scenario, la Cancellieri va avanti “a testa alta”: non ha annullato nessun impegno e si sta preparando per il discorso che farà quando andrà in Parlamento, a spiegare cosa è successo. I suoi uffici stanno raccogliendo tutti i casi e i documenti per per dimostrare che interventi come quello a favore di Giulia Ligresti sono la regola a via Arenula: se un recluso scrive al ministro e mette in evidenza il suo caso, questo non finisce nel cassetto ma viene istruito e approfondito.
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