ROMA – Amnistia sì, ma non perché serve a Berlusconi. Il Pd e il ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri sono pronti a raccogliere l’appello del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per un provvedimento di amnistia e di indulto, ma rifiutano l’idea che un tema così importante venga affrontato solo per fare un favore al carcerando Silvio Berlusconi.
“Subito dopo la legge di stabilità proponiamo di affrontare in una sessione straordinaria” il tema del sovraffollamento delle carceri, “solo al termine di questo percorso si può valutare” un provvedimento di clemenza: “amnistia e indulto sono il punto dia arrivo non di partenza”. Lo ha detto il responsabile giustizia del Pd Danilo Leva.
Da parte del capo dello Stato, ha sottolineato Leva dopo un colloquio con il segretario Guglielmo Epifani, “ci sono state parole che scuotono la coscienza e accendono i riflettori sul tema del sovraffollamento delle carceri che molto spesso viene derubricato dalla politica”. Ma “su questo tema si misura il livello di civiltà del nostro Paese”. “Si tratta – evidenzia Leva – di intervenire con misure strutturali che incidano definitivamente sul problema. Proponiamo al Parlamento subito dopo la legge di stabilità di affrontare in una sessione straordinaria il tema del sovraffollamento delle carceri”. Per il Pd bisogna intervenire su quattro punti pene alternative rispetto alla custodia cautelare in carcere; abolizione della ex Cirielli; revisione del testo unico sul fronte dell’immigrazione e della droga. “Sono quattro linee di intervento – ha concluso – e solo al termine di questo percorso si può valutare un ricorso eventuale a provvedimenti di clemenza che non potrebbero comunque riguardare reati di particolare pericolosità sociale e di natura fiscale. Amnistia e indulto sono il punto di arrivo e non di partenza”.
“E’ una falsa idea” quella avanzata dal Movimento 5 Stelle che con l’amnistia “si salvi Berlusconi”, tiene a dire il ministro Cancellieri sottolineando che sui provvedimenti di clemenza “decide il Parlamento, che decide per quali reati prevederla e non è mai successo che l’amnistia si occupasse di reati finanziari”.
“Il presidente della Repubblica ha preso spunto da una situazione insostenibile, l’Europa ci ha messo in mora. Un atto di clemenza forse è una necessità; l’importante è che se venisse adottato lo si accompagni con misure strutturali per evitare di tornare a breve alle stesse condizioni di oggi”. Così il vice presidente del Csm, Michele Vietti, parlando con i giornalisti a margine della presentazione del “Codice dell’ordinamento giudiziario” di cui è autore.
Il Pdl si schiera compatto con l’amnistia, per voce capogruppo al Senato Renato Schifani:
“Sull’emergenza carceri è arrivato il momento di soluzioni definitive. Bene ha fatto Napolitano a porre ancora una volta l’attenzione in maniera così autorevole su un tema drammatico che riguarda la coscienza di ognuno di noi. Il mio impegno in questa battaglia di civiltà sarà totale, in linea con l’amnistia e l’indulto suggeriti dal Capo dello Stato”. ”Chi, come me, ha avuto modo di visitare da presidente del Senato numerosi istituti penitenziari, ha visto con i suoi occhi le inaccettabili condizioni di degrado nelle quali versano le carceri italiane”. Secondo Schifani ”la politica, che in quel ruolo istituzionale ho sollecitato con fermezza, deve fare ora la sua parte per voltare finalmente pagina e cancellare una realtà che non è degna di un Paese civile, adempiendo nel termine fissato al pronunciamento della Corte Europea dei diritti dell’uomo”.
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