Pisanu: “Alle ultime amministrative 45 violazioni del codice antimafia”

Pubblicato il 9 Febbraio 2011 - 23:19 OLTRE 6 MESI FA

Beppe Pisanu

ROMA – “Si può cogliere una notevole sproporzione tra il numero delle violazioni al Codice di Autoregolamentazione e la dimensione del rapporto mafia-politica che riusciamo a percepire attraverso l’esperienza della nostra Commissione e le stesse cronache quotidiane” dice Beppe Pisanu illustrando i risultati del lavoro svolto dall’Antimafia sulle ultime amministrative. ”E allora dinnanzi alle pur significative 45 violazioni del Codice antimafia, forse possiamo dire che esse non costituiscono un buon indicatore di mafiosità; e conoscendo tante altre cose, possiamo aggiungere che se si sono ‘inabissate’ le cosche si sono anche ‘inabissate’ le loro relazioni con i mondi della politica e degli affari”. E Pisanu fa un invito all’Antimafia: ”In questi ‘abissi’, non certo inesplorabili, possiamo e dobbiamo entrare se davvero vogliamo colpire in profondità il crimine organizzato”.

”Naturalmente – ha spiegato Pisanu – considero l’effetto dissuasivo che può avere ottenuto, di per sé, l’approvazione del Codice di Autodisciplina; e soprattutto mi è chiaro che solo in casi particolari le mafie si espongono fino al punto di candidare alle elezioni loro riconoscibili affiliati”. Ma recenti vicende ”ci hanno rivelato lo spettacolo non certo inconsueto di candidati che si offrono ai boss mafiosi in cambio del loro sostegno elettorale. Sappiamo che in genere le mafie non fanno politica, ma se ne servono a tutti i livelli. Non propongono candidati, ma utilizzano gli eletti, pronte a sostenerli successivamente per i servigi resi, come a punirli per le promesse non mantenute. Questo ci insegnano le storie diverse, ma non estranee l’una all’altra, della Mafia siciliana, della ‘Ndrangheta, della Camorra e della Sacra Corona Unita”.

Tuttavia- ha aggiunto – ” mi permetto di insistere sul punto: 45 violazioni del codice su decine di migliaia di candidati alle elezioni del 2010 sembrano poca cosa. Lo sono, per esempio, rispetto ai 60 fatti di mafia che le cronache ci hanno rivelato tra il 1 gennaio 2009 e il 31 gennaio 2011: mi riferisco ad arresti e condanne di politici, a indagini su infiltrazioni nelle amministrazioni locali e negli appalti pubblici, a scioglimenti di consigli comunali, ad altre denunce documentate di intrecci mafia-affari politica… fatti, tutti questi, che nel loro insieme ci rivelano il continuo espandersi dal Sud al Nord Italia di quella ‘zona grigia’ dove la politica incontra le cosche e a queste si piega”.

Tutti i dati reali infatti (dal sequestro dei patrimoni illeciti alla cattura dei boss latitanti) ”confermano tale espansione”. E Pisanu ha concluso rinviando alle indagini che l’Antimafia svilupperà a breve ”specialmente nell’Italia Centro-settentrionale sulla nuova dimensione economico-finanziaria e politica delle mafie italiane e straniere”.

Il ”codice” di autoregolamentazione stabilito dalla commissione antimafia è stato violato, nelle ultime amministrative, 45 volte. le violazioni riguardano 11 candidati eletti e 32 non eletti. I dati, tuttavia, risentono del carattere ”disomogeneo” su cui la commissione guidata da Beppe Pisanu ha potuto lavorare. Questo il risultato, illustrato stasera da Pisanu alla commissione antimafia chiamata a valutare la bozza di relazione sull’ampio lavoro di analisi delle candidature e degli eletti alla ultima tornata amministrativa.

Le violazioni al codice di autoregolamentazione per le ultime elezioni amministrative sono ”eque e trasversali” tra i principali partiti nazionali. Quello che balza agli occhi” è la ripartizione territoriale delle norme indicate dall’Antimafia per le candidature e le elezioni. Queste, infatti, si ”collocano esclusivamente nelle regioni dell’Italia centro-meridionale, con assoluta prevalenza della Puglia, della Campania e della Calabria”.

Pisanu ha spiegato che 15 dei 45 segnalati risultano candidati in liste di ”rilevanza nazionale”. Altri 4 in liste civiche con ”espliciti riferimenti a partiti nazionali ed i restanti 25 in liste civiche locali”. Il 55,5% delle violazioni, dunque, si verifica su liste locali; e ciò – ha detto Pisanu – ”sembra confermare la tendenza del rapporto mafia-politica a stabilirsi e consolidarsi negli ambiti comunale e regionale per proiettarsi, all’occorrenza, sul piano nazionale ed internazionale”. L’esempio delle frodi sui fondi comunitari ”è a questo proposito quanto mai illuminante”.

Pisanu ha spiegato che, vista la natura non unitaria dei dati, c’è da considerare che ”le Regioni del Sud sono state esplorate piu’ intensamente” e che spesso ”le prefetture del Centro-Nord sono state meno collaborative delle altre”.