Cannabis light, contrordine: i produttori non potranno venderla. Il Senato boccia la norma

Cannabis light: i produttori non potranno venderla. Il Senato boccia la norma emendamento alla manovra
Cannabis light: i produttori non potranno venderla. Il Senato boccia la norma. Nella foto Ansa, la bagarre tra i senatori

ROMA – Le regole sul commercio della cannabis light non cambiano: il Senato ha dichiarato inammissibile l’emendamento alla Manovra che avrebbe apportato modifiche alla tassazione e alla vendita della marijuana legale. Questo vuol dire che chi coltiva marijuana non potrà vendere i fiori della pianta e che non viene introdotta la tassa uniformata di 0,4 euro per grammo sul prodotto finito. La novità sulla tassazione prevista nell’emendamento riguardava il principio attivo contenuto nell’erba: lo 0,4 euro infatti sarebbe stato applicato su tutti i prodotti contenenti un tasso di Thc inferiore allo 0,5% (mentre adesso la tassazione è variabile a seconda della quantità di Thc presente nel prodotto). Soprattutto la norma sulla vendita può mettere in crisi l’indotto dei produttori, che al momento conta in Italia circa 12mila lavoratori.

Applausi scroscianti in Senato quando la presidente Elisabetta Casellati ha comunicato il giudizio di inammissiblità delle norme alla manovra che riguardano la cannabis light, ma anche della la tobin tax (che introduceva un’aliquota dello 0,04% su alcuni tipi di transazione finanziarie online) e lo slittamento da luglio 2020 al primo gennaio 2022 della fine del mercato tutelato per l’energia. Applausi che arrivavano dai banchi di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia, mentre Pd e M5s si sono lamentati, e non poco. Il timore di chi era favorevole a questa norma è che il settore (che conta in Italia circa 12mila lavoratori) possa entrare in crisi, soprattutto sulla questione della vendita di marijuana da parte dei produttori. Infatti l’emendamento aggiungeva che della canapa light non solo fosse possibile la coltivazione (già prevista dalla legge 242 del 2016) ma anche la vendita.

Cannabis light, Pd e M5s contro la Casellati.

Caos in Aula del Senato in seguito del giudizio di inammissibilità delle norme sulla cosiddetta liberalizzazione della cannabis light. Due esponenti del M5S hanno chiesto alla presidente Elisabetta Casellati di dimostrare che la scelta non sia stata frutto della “pressione della sua parte politica”. Il presidente ha replicato spiegando che è stata una “decisione meramente tecnica”, aggiungendo: “Se ritenete questa misura importante per la maggioranza fatevi un disegno di legge”.

Salvini: “No allo spaccio di Stato”.

“Ci tengo a ringraziare tecnicamente il Presidente del Senato a nome di tutte le comunità di recupero dalle dipendenze che lavorano in Italia e a nome delle famiglie italiane per aver evitato la vergogna dello Stato spacciatore”. Lo ha detto Matteo Salvini, intervenendo in Aula del Senato dopo lo stralcio dalla manovra della norme sulla cannabis light.

Gasparri: “Contro la cannabis light più siamo e meglio è”.

“Forza Italia ha denunciato per prima e con forza l’estraneità della norma sulla cannabis light. Si tratta di una intrusione nella legge di stabilità inammissibile. Siamo lieti che successivamente anche altri gruppi hanno condiviso la nostra denuncia che, siamo certi, troverà ascolto nelle procedure in corso in questi giorni. La norma va cancellata e basta. E devono capire coloro che anche recentemente hanno sostenuto in elezioni amministrative l’asse Pd-grillini, quali siano le loro scelte in materia di vita e di valori essenziali”. Lo afferma Maurizio Gasparri di Fi. “Forza Italia si batte contro le droghe, ben vengano quelli che hanno condiviso la nostra contestazione a questo emendamento. Più siamo, meglio è”, conclude Gasparri.

Airola: “Norma contro gli agricoltori”.

“Stralciare la norma inserita in legge di Bilancio sulla vendita della canapa industriale con un contenuto di Thc non superiore allo 0,5% significa andare contro tutti gli agricoltori che si aspettavano un sostegno. Le opposizioni che applaudono stanno facendo un applauso in faccia agli agricoltori della Val Padana”.  Così il senatore del Movimento 5 Stelle Alberto Airola.

“La norma definiva che una pianta con un Thc non superiore allo 0,5 non puo’ essere considerata stupefacente. Ed è così, anche secondo la legge 242 del 2016. La canapa industriale non ha potere drogante e viene usata in tanti ambiti, tra cui il tessile. Questo è un dibattito artefatto perché chiunque sa che le varietà di cannabis con potere stupefacente contengono un Thc molto più alto, parliamo di valori che si aggirano intorno al 10%. Di cosa stiamo parlando? E’ vergognoso fare un dibattito ideologico – peraltro falso – sulla pelle degli agricoltori – sottolinea l’esponente M5s -. Parliamo di una pianta che in Italia è sempre stata coltivata perché serviva a innumerevoli scopi che con il potere stupefacente non c’entra nulla. L’emendamento presentato in merito regolamentava sì la coltivazione ma introduceva anche una piccola accisa sulla biomassa di canapa e interveniva per colmare un vuoto normativo indicato dalle sentenze della Cassazione. Il resto è solo disinformazione o malafede e spiace veramente per un mercato che aspettava un aiuto e riceve oggi l’ennesimo colpo insensato”, conclude Airola. (Fonti: Ansa, Agi e Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev).

 

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