“Cavalieri della Vergogna”. Cannavaro stia tranquillo, la nomina non spetta a lui: prima ci sarebbe l’ultimo ministro

Fabio Cannavaro durante la conferenza stampa post eliminazione

Fabio Cannavaro si è preoccupato: “Ci nomineranno Cavalieri della vergogna”. Preoccupazione eccessiva: in Italia la vergogna è un sentimento ormai ignoto. Succede infatti in questo simpatico paese che un signore di nome Aldo Brancher venga nominato ministro. Ministro a cosa non si sa, ufficialmente non si sa. Prima alla “attuazione del federalismo”, poi al “decentramento”, poi al “coordinamento”. La versione ufficiale del governo, dopo le prime due o tre ufficiose, è che Brancher è ministro e basta.

Succede che l’avvocato di Brancher, Ugo Dinacci, dichiari: “Il ministro non può andare all’udienza del processo che lo riguarda, deve riorganizzare il ministero, servono segretarie, portavoce, personale…”. Succede che questa patetica immagine di Brancher impegnato a cercare segretarie e scrivanie basti, a termini di legge detta del “legittimo impedimento” a far rinviare il processo. Succede che tutti i maggiori quotidiani italiani, il Corriere della Sera, La Stampa e non solo Repubblica, apertamente scrivano: abbiamo capito, Brancher è stato nominato ministro solo e soltanto per non fargli fare il processo. E succede che non succede niente: non si vergogna Brancher che anzi dichiara: “Mi sono preso il legittimo impedimento solo per tre mesi, potevo per sei”. Bontà sua. Non si vergogna l’avvocato Dinacci nel raccontare che l’indagato ministro sta cercando i “portavoce” e quindi non ha tempo per i giudici. Non si vergognano i colleghi ministri. Non si vergogna nessuno: tutto è chiaro, quella nomina serve solo a proteggere Brancher dal suo passato. Succede questo e non succede niente, perchè dovrebbe vergognarsi Cannavaro? Altri e più accreditati sono nel paese i candidati al titolo di “Cavaliere della Vergogna”.

Aldo Brancher

Qual era il processo a Brancher, di cosa si trattava? Di un milione e duecentomila euro progressivamente regalati a Brancher e alla moglie Luana da Giampiero Fiorani, quello dell’Antonveneta. Vero, falso? Brancher aveva detto: “Chiarirò”. Non oggi però e neanche domani, forse l’anno del mai e il giorno del poi. Qual è la forza, la leva che ha portato Brancher al rango di ministro? Non si sa, non la Lega che si è chiamata fuori. Non Tremonti. E allora cosa? Forse quella nomina a ministro nasce e matura tempo fa, quando lo stesso Brancher fu ospite del carcere di San Vittore per una storia di tangenti. Non condannato, perchè poi arrivarono prescrizioni e depenalizzazioni. Ma soprattutto muto come un pesce durante tutta la detenzione. Forse la ragione della nomina risale a quei giorni o forse anche a prima, quando per conto della Fininvest teneva i rapporti con il Psi e il Pli. Sono ipotesi, non certezze. Di sicuro c’è che è stato fatto ministro e il primo ed unico effetto di questa nomina è che Brancher non debba parlare con nessun giudice in nessun Tribunale, in nessun processo. Lo scrive tutta la stampa italiana, lo sussurrano i parlamentari leghisti, lo ammettono in privato perfino quelli del Pdl. E vuoi tu Cannavaro, “vergognarti”? Gli azzurri del calcio dovrebbero vergognarsi loro e soltanto loro? In fondo sono dei dilettanti, in questa disciplina ci sono ben altri professionisti.

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