Caos liste: Formigoni sì, Polverini ancora no. Le Regionali restano “sub iudice”

Formigoni sì, Polverini no: almeno per ora. E’ stata un’altra giornata confusa dal caos liste che sta penalizzando il Pdl per gli errori formali commessi e sta mettendo fortemente a rischio la regolarità delle prossime elezioni regionali.

Nel pomeriggio è arrivata la conferma del Tar della Lombardia sulla riammissione della lista Formigoni alle prossime Regionali. Notizia lieta ma anche scontata per il Pdl. In serata è invece arrivata la decisione della Commissione Elettorale del Lazio che non ha ammesso la lista del partito di Berlusconi. Anche in questo caso decisione prevedibile, dopo la bocciatura del Tar del Lazio lunedì sera, ma comunque un altro duro colpo per il Pdl che ora rimane aggrappato al Consiglio di Stato.

Lazio. All’indomani della bocciatura del Tar anche l’ufficio elettorale del Tribunale non ha ammesso la lista del Popolo delle libertà. Lunedì era stata consegnata ex-novo la documentazione in base al cosiddetto decreto salvaliste, ma la lista non è stata ammessa lo stesso. A questo punto al Pdl non resta che il ricorso al Consiglio di Stato. Tra le file della maggioranza l’ipotesi di un rinvio del voto in Lazio si fa dunque sempre più insistente. «Sono sereno perché penso che il Consiglio di Stato nella sua giurisprudenza privilegia il diritto degli elettori al voto e dunque si andrà verso un ripristino della lista e un conseguente rinvio delle elezioni» ha scritto in una nota il ministro per l’Attuazione del Programma, Gianfranco Rotondi.

Una posizione, quella del ministro, che per il momento non viene avallata da Silvio Berlusconi. A Palazzo Grazioli nel pomeriggio c’è stato un vertice a cui hanno partecipato i coordinatori del Pdl, la candidata per il Lazio Renata Polverini e il sindaco di Roma Gianni Alemanno. Decisione del “summit”: la parola torni alla politica e, a prescindere dalle decisioni dei vari tribunali, è arrivato il momento di pensare al voto.

«Ora vedrete dei bei fuochi d’artificio» ha riferito un dirigente del partito al termine dell’incontro. Quello che conta ha detto Berlusconi è che ora «tutti si concentrino sulla campagna elettorale». Berlusconi comunque ha deciso che si farà a Roma, il 20 marzo, la grande manifestazione che lo stesso premier aveva già in mente di fare per presentare i tredici candidati governatori del centrodestra alle regionali. La scelta della Capitale non è casuale, riferiscono fonti del Pdl, secondo le quali Roma è diventata il simbolo «di come l’opposizione vuole vincere le elezioni» e cioè «attraverso ricorsi e battaglie legali».

Mentre Emma Bonino ha definito «prevedibile» la scelta della Commissione elettorale del Lazio, il leader del Pd Pier Luigi Bersani, ha affermato: «Siamo di fronte a degli apprendisti stregoni. Si dimostra che le divisioni e le forzature del Pdl hanno prodotto e stanno producendo solo inutili strappi alle regole e molta confusione».

Situazione confusa e per ora imprevedibile nel Lazio, differente da quella in Lombardia dove buone notizie sono arrivate per il Pdl. La quarta sezione del Tar di Milano ha infatti riammesso la lista che fa capo al governatore uscente Roberto Formigoni. Il tribunale presieduto da Adriano Leo «ha accolto i ricorsi e annullato gli atti impugnati dichiarando ammessa la lista “Per la Lombardia” alla competizione elettorale del 28-29 marzo 2010». «Non abbiamo fatto alcun discorso sul decreto del governo e la nostra decisione prescinde da quel decreto» ha spiegato il presidente della quarta sezione del Tar. «Ancora non ho nemmeno voluto leggere la copia del decreto», ha aggiunto Leo, spiegando alle parti che la decisione odierna prescinde dal decreto “salva liste” del governo emanato nei giorni scorsi.

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