Carboni, il “nullatenente” che fabbrica soldi

Flavio Carboni

Flavio Carboni ha detto ai giudici che lo interrogavano: “Venivano tutti da me perchè io sono uno che produce soldi, uno che fa arricchire”. Flavio Carboni ha ammesso davanti ai giudici: “Sì, ho finanziato con 70mila euro il convegno tenutosi in Sardegna”. Ha spiegato che era un investimento nella sua attività di relazioni pubbliche e sociali. Flavio Carboni ha messo a verbale: “Sono nullatenente”. E nullatenente come lui anche Pasquale Lombardi l’altro indagato, l’altro organizzatore di convegni, incontri e relazioni.

Come fa un nullatenente a “produrre soldi”? Come fa a finanziare un convegno, a pagare la sala, gli addobbi, l’ospitalità, i biglietti aerei? Mente, sa di mentire e soprattutto sa di poter mentire. Nessuna Agenzia delle Entrate gli chiederà realmente conto della colossale menzogna. Nessuno lo ha fatto per decenni. Non a caso ai tempi Cesare Previti dichiarò ai giudici come esimente e non aggravante che alcuni dei suoi movimenti in denaro erano coperti per evadere il fisco, mica per altro. Nessuna pubblica opinione si scandalizzerà davvero. E nessun giudice o legge italiana sbatterà in galera Carboni per questa bugia. Altrove, nei mitici paesi dell’Occidente, nella terra immaginaria chiamata America, avrebbero sospeso ogni domanda e indagine sulla vera o fantomatica P3 e gli avrebbero detto: “Lei, nullatenente per finta si accomodi in cella, questa bugia basta e avanza”.

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