La rissa Carfagna – Mussolini, regista Bocchino, un burlesque che lacera Berlusconi su una torta di immondizia da 150 milioni di euro

Gli ultimi bagliori della Salò contemporanea proiettano sinistre due silohuettes femminili che in tempi migliori aveva contribuito a rendere meno grigia l’esistenza di molti uomini, Mara Carfagna e Alessandra Mussolini e fanno ancor più grottesca la maschera del per nostra fortuna Mussolini mancato, Silvio Berlusconi.

Protagoniste di questo che non ha la forza di essere un tragico epilogo ma solo una sceneggiata napoletana modesta assai sono due ex soubrettes, due ex attrici, ammirata su Playmen e alcuni film ai primi tempi delle tv private la nipote del Mussolini vero e di Sofia Loren, ammirata desiderata e forse anche concupita in tv la giovane miss diventata ministro e diventata simbolo di una reppubblica senza più ritegni e finzioni; non i toni cupi della repubblica di Salò, insanguinati dalla guerra civile, dai bombardamenti americani e dalla repressione nazista, bensì quelli da pochade del bunga bunga e della cocaina consumo di massa.

Sullo sfondo, però, non c’è solo rivalità femminile né fragilità da avanspettacolo: ci sono tanti e tanti milioni di euro , da 20 a 150 secondo gli angoli di visuale della vicenda, legati al grande polpettone di immondizia in cui letteralmente sprofondano Napoli e poco a poco tutta la Campania.

In questo caso siamo a un gioco di ricatti, tra la Carfagna e i suoi avversari, in lite tra loro sulla spartizione della mega torta di monnezza, che è destinato a straziare e lacerare ulteriormente l’ormai debilitato Berlù, che sembra sempre più il povero toro sfinito e dissanguato dagli assalti dei picadores e dei banderilleros, prima del colpo finale del matador. Purtroppo per noi non c’è in vista un matador che abbia imbracciato in modo credibile cappa e spada, mentre si intrecciano personaggi quanto meno discutibili, da Fini a Saviano, che fanno apparire il povero Berlù, ridicolo, patetico e ferito a morte, come un gigante.

Sulla rissa, rigorosamente mediatica, tra Mussolini e Carfagna e sulla agonia politica di quest’ultima, sono puntate pagine e pagine dei principali quotidiani italiani, a partire proprio dal titolo principale della prima pagina. L’effetto politico sono le possibili dimissioni della Carfagna dal Governo e dal Pdl  (“È il partito di Verdini, La Russa e Cosentino. Non più il mio”) e un suo passaggio con Fini, riunendo sotto l’ombrello del camerata Gianfranco quella che sta diventando la coppia (solo virtuale? solo politica? solo nostalgica di abbracci perduti?) più famosa della politica italiana.

Il tutto, ovviamente, con una rigorosa scadenza, quella del voto di fiducia del 14 dicembre sul governo.

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