La rissa Carfagna – Mussolini, regista Bocchino, un burlesque che lacera Berlusconi su una torta di immondizia da 150 milioni di euro

Pubblicato il 20 Novembre 2010 - 12:35 OLTRE 6 MESI FA

Francesco Bei, inviato da Repubblica al seguito di Berlusconi in Portogallo per il vertice Nato, è tacitiano e, cosa orma insolita sui nostri giornali, comincia l’articolo con la notizia: “I problemi romani inseguono” Berlusconi più veloci dell’aereo: “Stavolta è Mara Carfagna, la pupilla dei suoi occhi, la ministra che lo scorso anno il premier avrebbe persino voluto come portavoce del governo, a minacciare di far fagotto e piantarlo in asso”. Berlusconi, riferisce Bei, riesce a fermarla in extremis, arrivando alla riunione Nato con un’ora di ritardo, per parlare alla Carfagna dal telefonino, mentre ancora sulla pista dell’aeroporto suona la banda militare: “Mara,  il momento è molto difficile. Stiamo cercando di recuperare ma, se ti dimetti, ti presti a essere strumentalizzata e Fini non aspetta altro. Quando torno in Italia ne parliamo, ci vediamo la prossima settimana ».

Marco Galluzzo, sul Corriere, aggiunge particolari:   “Ma che ti importa delle questioni della Campania? Tu ormai hai un profilo nazionale, sei un ministro”, avrebbe anche detto suadente, Berlusconi alla Carfagna, ottenendo questa promessa: “Non passerò mai con i finiani e non farò mai nulla che ti possa mettere in difficoltà”. Berlusconi glielo avrebbe fatto giurare: “Mai con Fli e i finiani, «piuttosto mi dimetto da parlamentare”.

Galluzzo definisce il caso Carfagna “una frittata, sulla cui genesi nel Pdl coltivano un sospetto, che sia stata gestita anche dai finiani”. Conferma Bei: “L’ultima voce che gira nel Pdl è che la Carfagna sia finita nel “Great Game” tra Fini e Berlusconi. Che la voce delle sue dimissioni sia stata gettata in pasto dai finiani all’opinione pubblica per distrarre dalla “retromarcia” politica del presidente della Camera. Ed è proprio il sospetto del Cavaliere. Del resto l’interessata non ha smentito affatto. Solo un sospetto, parlando con i suoi amici, ci ha tenuto a respingerlo con forza. Quello di essere in procinto di passare baracca e burattini con Fini”.

A dar corpo ai sospetti, oltre al legame con Bocchino, noto da tempo, c’è una questione molto più seria, di quelle che fanno la sostanza della politica e che non va giù a molti del Pdl: i circa 20 milioni che, grazie ad un emendamento di Fli, sarebbero stati dirottati nella legge finanziaria sul ministero della Carfagna. La mente dell’operazione sarebbe stata proprio quella di Italo Bocchino e questo, al di là delle chiacchiere,  è quel che nel Pdl ha alimentato i peggiori sospetti di «tradimento» della Carfagna, con la benedizione del coordinatore nazionale di Fli, Adolfo Urso, che ha detto: “Il caso Carfagna è certamente un caso politico. La Carfagna è stata una delle donne più votate alle ultime elezioni regionali in Campania e ha di fatto da mesi un conflitto politico, morale ed etico con il coordinatore regionale del Pdl Nicola Cosentino”.