La rissa Carfagna – Mussolini, regista Bocchino, un burlesque che lacera Berlusconi su una torta di immondizia da 150 milioni di euro
Francesco Bei, inviato da Repubblica al seguito di Berlusconi in Portogallo per il vertice Nato, è tacitiano e, cosa orma insolita sui nostri giornali, comincia l’articolo con la notizia: “I problemi romani inseguono” Berlusconi più veloci dell’aereo: “Stavolta è Mara Carfagna, la pupilla dei suoi occhi, la ministra che lo scorso anno il premier avrebbe persino voluto come portavoce del governo, a minacciare di far fagotto e piantarlo in asso”. Berlusconi, riferisce Bei, riesce a fermarla in extremis, arrivando alla riunione Nato con un’ora di ritardo, per parlare alla Carfagna dal telefonino, mentre ancora sulla pista dell’aeroporto suona la banda militare: “Mara, il momento è molto difficile. Stiamo cercando di recuperare ma, se ti dimetti, ti presti a essere strumentalizzata e Fini non aspetta altro. Quando torno in Italia ne parliamo, ci vediamo la prossima settimana ».
Marco Galluzzo, sul Corriere, aggiunge particolari: “Ma che ti importa delle questioni della Campania? Tu ormai hai un profilo nazionale, sei un ministro”, avrebbe anche detto suadente, Berlusconi alla Carfagna, ottenendo questa promessa: “Non passerò mai con i finiani e non farò mai nulla che ti possa mettere in difficoltà”. Berlusconi glielo avrebbe fatto giurare: “Mai con Fli e i finiani, «piuttosto mi dimetto da parlamentare”.
Galluzzo definisce il caso Carfagna “una frittata, sulla cui genesi nel Pdl coltivano un sospetto, che sia stata gestita anche dai finiani”. Conferma Bei: “L’ultima voce che gira nel Pdl è che la Carfagna sia finita nel “Great Game” tra Fini e Berlusconi. Che la voce delle sue dimissioni sia stata gettata in pasto dai finiani all’opinione pubblica per distrarre dalla “retromarcia” politica del presidente della Camera. Ed è proprio il sospetto del Cavaliere. Del resto l’interessata non ha smentito affatto. Solo un sospetto, parlando con i suoi amici, ci ha tenuto a respingerlo con forza. Quello di essere in procinto di passare baracca e burattini con Fini”.
A dar corpo ai sospetti, oltre al legame con Bocchino, noto da tempo, c’è una questione molto più seria, di quelle che fanno la sostanza della politica e che non va giù a molti del Pdl: i circa 20 milioni che, grazie ad un emendamento di Fli, sarebbero stati dirottati nella legge finanziaria sul ministero della Carfagna. La mente dell’operazione sarebbe stata proprio quella di Italo Bocchino e questo, al di là delle chiacchiere, è quel che nel Pdl ha alimentato i peggiori sospetti di «tradimento» della Carfagna, con la benedizione del coordinatore nazionale di Fli, Adolfo Urso, che ha detto: “Il caso Carfagna è certamente un caso politico. La Carfagna è stata una delle donne più votate alle ultime elezioni regionali in Campania e ha di fatto da mesi un conflitto politico, morale ed etico con il coordinatore regionale del Pdl Nicola Cosentino”.