La rissa Carfagna – Mussolini, regista Bocchino, un burlesque che lacera Berlusconi su una torta di immondizia da 150 milioni di euro

Pubblicato il 20 Novembre 2010 - 12:35 OLTRE 6 MESI FA

Al centro dell’etica di questi personaggi c’è qualcosa che puzza, al momento, in senso letterale e basta,  la vicenda del termovalorizzatore di Salerno la cui costruzione la Carfagna non voleva venisse gestita dalla provincia di Salerno.

Poi giocano anche tanti elementi personali della rissosità napoletana e tanti, tra cui Alessandra Mussolini, assicurano invece che la storia risale a molto tempo prima. Mario Pepe dice: “È da tre anni, da quando ero coordinatore di Fi a Salerno, che io e la Carfagna non ci rivolgiamo la parola”. Il presidente della Provincia di Salerno e presidente della Commissione difesa della Camera Edmondo Cirielli (che ha dato il nome all’infame legge Cirielli) ha costruito un dossier di ritagli di giornali,, mandandolo a tutti i parlamentari del suo partito, (“Un pizzino” lo ha definito la Carfagna “pieno di falsità nei miei confronti”), in cui crede di provare come la Carfagna e Italo Bocchino gli stessero facendo guerra per una serie di ragioni tra cui la scelta del candidato di centrodestra per le prossime elezioni al comune di Salerno.

E poi ancora, scrive il Corriere, gli attacchi di Giancarlo Lehner, gli scontri con il coordinatore campano del partito Nicola Cosentino, quella riunione dei parlamentari (tutti campani, ovviamente) di cui lei aveva saputo all’indomani a cose fatte senza che nessuno si preoccupasse di avvertirla, senza parlare dell’intervista di Giorgio Stracquadanio al Corriere, con quelle parole così dirette: “Berlusconi l’ha fatta diventare ministro, però è altrettanto vero che lei deve moltissimo a Italo Bocchino, che se ne è preso cura, politicamente, fin da subito… Suppongo che Bocchino le abbia chiesto di passare con Futuro e libertà…”.