Carmine Lamanda, da Bankitalia al Comune di Roma, via Capitalia

Pubblicato il 14 Gennaio 2011 - 12:13 OLTRE 6 MESI FA

Carmine Lamanda

Carmine Lamanda (Salerno, 2 giugno 1941) è un banchiere e dirigente d’azienda italiano. È direttore generale di Capitalia.

Si laurea in giurisprudenza con il massimo dei voti con lode all’Università di Perugia, dove è assistente presso la Cattedra di Diritto Privato e Commerciale.

Nel luglio del 1968 entra in Banca d’Italia e dal 1970 è a Roma presso l’Amministrazione Centrale, dove è stretto collaboratore di Guido Carli per gli aspetti di vigilanza bancaria. Identico rapporto conserva con il Governatore Paolo Baffi e poi con il Governatore Carlo Azeglio Ciampi, che gli affida il compito di ridisegnare la normativa del credito sulla base dell’esperienza acquisita nei controlli bancari.

È l’architetto della riforma della banca pubblica, prima, a stretto contatto con il Ministro del Tesoro Giuliano Amato e, poi, del Testo Unico Bancario del 1993, che Antonio Fazio presenta al Governo e Ciampi firma come Presidente del Consiglio. Nella Vigilanza della Banca d’Italia segue le grandi operazioni di ristrutturazione del sistema creditizio.

Nel 1994 è distaccato presso il Ministero del Tesoro, guidato da Lamberto Dini, che gli conferisce l’incarico di Capo di Gabinetto; qui, con Mario Draghi, lavora alla delega per la riforma della Finanza.

Nel 1996, con il Governatore Fazio, affronta i temi della riduzione dei costi operativi nelle banche.

Nel 1997 Cesare Geronzi lo chiama in Banca di Roma, dove segue le strategie del Gruppo e, con Giorgio Brambilla, la ristrutturazione dei costi. È protagonista, con il Presidente dell’ABI Maurizio Sella e con Alessandro Profumo, dell’accordo sindacale del 1997.

Dal luglio del 2003 è direttore generale di Capitalia.

È presente nei Consigli di Amministrazione delle più importanti società del Gruppo.