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Casa a Montecarlo, le reazioni di politici e media alla verità di Fini

di Maria Elena Perrero |26 Settembre 2010 19:59

Gianfranco Fini

Non si sono fatte attendere le reazioni dei politici alle parole del presidente della Camera Gianfranco Fini, che ieri, con un video diffuso online, ha detto la propria “verità” sull’appartamento di Montecarlo ereditato da Alleanza Nazionale e affittato dal cognato Giancarlo Tulliani.

Italo Bocchino: “La vicenda è chiusa. Ora Fini scenderà in campo come alternativa per il centrodestra”. “Per noi la vicenda della casa di Montecarlo è chiusa qui. Adesso è un problema del signor Tulliani e di chi ha strumentalizzato questa vicenda”, ha detto il capogruppo alla Camera di Fli a margine di un incontro a Torino di ”Generazione Italia”. ”Da oggi ci occupiamo di politica – ha precisato Bocchino – come Generazione Italia sul territorio, come Fli in Parlamento.

Oltre alla questione casa di Montecarlo ”per noi anche l’argomento dell’intervista all’avvocato Ellero è chiuso”. ”Non sono queste le questioni che interessano gli italiani. Adesso – ha spiegato – noi vogliamo sapere cosa farà il governo nella seconda parte della sua legislatura. Noi siamo pronti a sostenerlo e a fare le riforme che interessano al Paese”.

Se si venisse a sapere che la casa di Montecarlo è davvero di proprietà di Tulliani, la prima vittima di questa vicenda sarebbe Fini. E il fatto che il presidente della Camera abbia messo a disposizione il suo incarico dimostra la sua caratura diversa come uomo politico”. ”Fino ad oggi abbiamo avuto politici che dicevano che di fronte a situazioni del genere i magistrati che indagavano erano dei pazzi comunisti – ha aggiunto Bocchino – invece ora la terza carica dello Stato dice che la magistratura deve compiere il suo dovere”. Ai giornalisti che gli chiedevano di Fini dopo il video di ieri, ha risposto “Ora è pronto ad accantonare la vicenda e a scendere in campo politicamente sul territorio e a livello nazionale per offrire un’opzione politica al Paese e anche agli elettori del centrodestra”.

Pier Ferdinando Casini: “Gli italiani sono disgustati da questo spettacolo. E la colpa è del Pdl”. “Gli italiani sono disgustati da questo spettacolo. La responsabilità è del Pdl che due anni fa ci aveva spiegato che il miracolo italiano è possibile e oggi ha ridotto così la politica”, ha detto il leader dell’Udc arrivando alla prima festa regionale del partito a Roma. ”Mi aspetto che  Berlusconi chieda scusa in Parlamento mercoledì per la situazione in cui siamo”.

Fabrizio Cicchitto: “Ora riprenda il dialogo”. Ieri il Presidente Fini ha fatto una parziale autocritica che se fosse stata fatta all’inizio di questa vicenda avrebbe risparmiato a lui e a noi una polemica molto lunga”. Lo afferma,ai microfoni di Sky tg24, il Capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto. ”In ogni caso -proseguie – va preso atto che, alla conclusione del suo intervento, Fini ha fatto appello ad una ripresa del confronto politico, la parola a questo punto passa a Berlusconi non per entrare in queste polemiche ma per rivolgere al Parlamento e al Paese un discorso positivo”.

Maurizio Gasparri: “Fini sconfessato dai suoi armigeri”. ”Sull’affaire Montecarlo ci sono state una serie di ammissioni, alcune anche molto forti. E c’è la sconfessione di quegli armigeri finiani che nei giorni scorsi avevano offeso la presidenza del Consiglio e i servizi segreti”. Così, intervistato dal Giornale, il presidente dei senatori del Pdl Maurizio Gasparri commenta il video-messaggio del presidente della Camera.

”Fini – prosegue il presidente dei deputati del Pdl – ha espresso un esplicito riconoscimento a Gianni Letta e a Gianni De Gennaro, che peraltro era stato recentemente in visita da lui ad Ansedonia, ma questo è sicuramente un fatto normale”.

Nell’invito a fermare il ”gioco al massacro” Gasparri vede ”un’apertura, un segnale di disponibilità che va colto”, nonostante, afferma, il messaggio sia ”condito con varie asprezze e giudizi astiosi nei confronti del premier che però fanno parte del gioco: se offri la pace, devi poter dire ai tuoi che gliele hai cantate”.

Gaetano Quagliariello: “Ora Fini ha le ali abbassate”. Dello stesso avviso di Gasparri il vice capogruppo del Pdl al Senato, Gaetano Quagliariello, che in una intervista a Repubblica spiega di aver visto ieri un Fini ”con le ali abbassate”. ”Mi è sembrato che fosse passato un secolo da Mirabello – aggiunge -. Non c’è più traccia di prosopopea, né voglia di dare lezioni”. Scomparse ”le provocazioni nei confronti di Berlusconi”.

Per Quagliariello il punto è comunque un altro: ”Un presidente della Camera può ovviamente fare politica. – precisa – Più difficilmente può farla come capo partito. Non può, in nessun caso, com’è accaduto a Mirabello, negare l’esistenza politica del partito di maggioranza relativa”. All’interno dei finiani, afferma, ora la ”componente moderata è più forte” e dopo il discorso di Fini ”sarà più difficile aggredire il premier”.

Raffaele Lombardo: “Da Fini un discorso coscienzioso. Il metodo Boffo non è da Paesi democratici”. Loda il discorso di Gianfranco Fini il presidente della Regione Sicilia e leader del Mpa, Raffaele Lombardo: ”Dal presidente della Camera Gianfranco Fini ieri sono arrivate parole scrupolose e coscienziose. Fini ha detto che lascia la presidenza della Camera dei deputati, pur non essendoci una sua responsabilità, se la ricostruzione dei giornali sulla casa di Montecarlo risultasse vera. Uno scrupolo e una coscienziosità come quella del presidente della Camera non sono facili da reperire”.

”Il contrasto tra Berlusconi e Fini? Preoccupante e inquietante, anche per le sorti della democrazia del nostro Paese.  E’ incredibile e intollerabile  che si aggredisca chi non la pensi come noi attraverso un massiccio attacco quotidiano da parte della stampa e delle televisioni. Il dissenso va rispettato e quando serve bisogna tenerne conto. Il metodo Boffo – ha osservato il leader del Mpa – appartiene a paesi come Bielorussia e Libia, non a quelli democratici come l’Italia è e vuole restare”.

Pier Luigi Bersani: “Il governo non è più in grado di andare avanti”. Il segretario del Partito Democratico chiarisce quello che dovrebbe accadere adesso, secondo lui: “Che loro vengano in Parlamento, che dicano che non sono in grado di andare avanti con credibilità sui problemi di questo Paese, e che si rimettano al presidente della Repubblica ed alle Camere. Questo bisogna fare perché il Paese non ha tempo da perdere”.

Mario Baldassarri: “La casa di Montecarlo non è un vero problema del Paese”. Sminuisce la vicenda sull’appartamenteo di Montecarlo il senatore Mario Baldassarri, presidente della Commissione Finanze: ”La casa di Montecarlo? Parlo di politica e dei problemi che interessano 21 milioni di famiglie e 5 milioni di imprese”, ha detto a margine della Festa dell’autonomia del Mpa, a Catania.

“Repubblica”, Eugenio Scalfari: “Nulla è cambiato. Ma le elezioni si allontanano”. Sulle pagine del quotidiano di largo Fochetti commenta le dichiarazioni di Fini anche il fondatore di Repubblica Eugenio Scalfari, con il suo editoriale della domenica, che parla di due fazioni contrapposte: “Da un lato Gianfranco Fini e la famiglia Tulliani, dall’altro il comunicato di un ministro della Giustizia dell’isola caraibica di Santa Lucia, i giornali della famiglia di Silvio Berlusconi e lo stuolo di “aiutanti” che si sono prodigati per incastrare il presidente della Camera”. Tra le due parti, “la posta dello scontro è la distruzione politica dell’uno o dell’altro con le conseguenze che possono derivarne per tutto il Paese”.

Netto il giudizio sulla risposta finiana: “è comunque tardiva, poteva e doveva arrivare molto prima, subito dopo le notizie pubblicate dal “Giornale” di Feltri.  Fini non separò le sue responsabilità da quelle della famiglia.  Ma nessun reato è stato compiuto da nessuna delle persone implicate in questa vicenda nella quale non sono in gioco soldi pubblici e interessi della pubblica amministrazione”.

Scalfari sottolinea le dimensioni della questione – e dell’appartamento: “Per quanto lo riguarda non ha alcuna responsabilità in una vicenda privata che riguarda un appartamento di 50 metri quadrati”. Infine, le conclusioni: “Le elezioni si allontanano di qualche mese ma non di più. Le ipotesi di un terzo polo si fanno evanescenti perché anche Casini è nel mirino della macchina da guerra berlusconiana. Berlusconi imporrà al Parlamento la legge sul processo breve e ritirerà fuori quella sulle intercettazioni”.

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