Pieferdinando Casini bacchetta il presidente del Senato Renato Schifani. Al leader dell’Unione di Centro non sono piaciute le dichiarazioni del presidente del Senato sul possibile ricorso alle elezioni anticipate. Tema che, da quando è stata presentata la proposta di riforma sul processo breve, è diventato un costante leit motiv nella maggioranza.
Per Casini, la sortita di Schifani è «impropria e inopportuna». L’ex presidente della Camera, sembra voler indorare la pillola ma l’affondo è secco: «Lo dico con grande stima nei confronti della secondo carica dello Stato – spiega il leader dell’ Udc – ma in assenza dal territorio nazionale del Presidente della Repubblica, in visita in Turchia, ci sarebbe voluta maggiore sensibilità istituzionale. Spero che Schifani non si offenda di questo mio giudizio che penso, tuttavia, sia largamente condiviso».
Detto in parole povere, secondo Casini la condotta di Schifani non è stata corretta dal punto di vista istituzionale. In ogni caso, per il leader Udc, la minaccia di urne anticipate è «una pistola scarica»: «vengono evocate in funzione ricattatoria nei confronti dei parlamentari ma non c’è nessuna possibilità che si vada alle urne anticipatamente – spiega il leader dell’Udc – c’è una maggioranza che ha il dovere di governate fino alla fine della legislatura indipendentemente dalle situazioni giudiziarie del presidente del Consiglio e degli eventuali giudizi della magistratura. È giusto che Berlusconi governi fino alla fine della legislatura rispettando il vincolo del mandato».