I tagli alla sanità “taglieranno” anche l’epidurale, usata per il parto indolore? A chiederlo, in una lettera aperta al ministro della Sanità, Ferruccio Fazio, è il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini che chiede al ministro di “di chiarire pubblicamente” le voci a riguardo.
Nella lettera, pubblicata sul sito dell’Udc, Casini chiede a Fazio, “se queste voci corrispondano al vero, di intervenire con ogni strumento in suo possesso perché le madri non vengano private di un aiuto fondamentale oltre che di un diritto che dovrebbe essere acquisito, cioé quello di veder limitata al minimo la loro sofferenza nelle varie fasi del parto”.
“In questi giorni – ricorda Casini – alcuni organi di informazione e siti internet riportano l’anticipazione secondo cui l’epidurale, il cosiddetto “parto senza dolore”, potrebbe essere cancellata come conseguenza dei tagli previsti nella manovra correttiva del governo. Sembra infatti che il parto con l’epidurale, pratica già oggi garantita solo dal 16% degli ospedali nazionali a fronte del 90% delle donne che ne fanno richiesta, non rientrerebbe nei livelli essenziali di assistenza (Lea) in gran parte delle Regioni”.
“Inoltre – conclude Casini – nei giorni scorsi la Siared (Società Italiana di anestesia, rianimazione, emergenza e dolore) ha sottolineato che se la manovra, come sembra, bloccherà le nuove assunzioni di anestesisti esperti nel parto, l’accesso delle donne a questa tecnica si ridurrà ulteriormente”.