L’inchiesta che ha portato alla richiesta di custodia cautelare nei confronti di Nicola Cosentino muove dalle accuse di sei collaboratori di giustizia. E adesso rischia di coinvolgere anche altri personaggi della politica campana come il vicecapogruppo del Pdl alla Camera Italo Bocchino, il senatore Gennaro Coronella e Mario Landolfi.
L’accusa della procura di Napoli nei confronti di Cosentino è di quelle pesanti: per gli investigatori il sottosegretario «contribuiva, sin dagli anni Novanta, a rafforzare vertici e attività dei gruppi camorristi Bidognetti e Schiavone, dai quali riceveva puntuale sostegno elettorale».
Centrale, nell’impianto accusatorio, è il ruolo di Gateano Vassallo, imprenditore legato, come da lui stesso ammesso, al clan Bidognetti. Vassallo è stato il primo, già ad aprile 2008, a fare il nome di Cosentino. E, in un interrogatorio riferisce di incontri tra il sottosegretario e Sergio Orsi, l’imprenditore che definiva Cosentino «mio padrone», e che con il fratello Michele gestiva l’Eco4.
Proprio la società di gestione dei rifiuti del casertano è uno dei centri nodali dell’inchiesta: per il Gip, infatti, l’Eco4 è «pura espressione della criminalità organizzata».
Vassallo, parlando agli investigatori, chiama in causa agli altri politici. L’imprenditore riporta una confidenza di Raffaele Bidognetti secondo cui Bocchino, Cosentino, Coronella e Landolfi facevano parte del «nostro tessuto camorristico».
Parole che hanno indignato i diretti interessati. Il più soft è proprio il vicecapogruppo Pdl alla Camera: «Quella citazione del mio nome è un fatto incidentale. Credo sia solo perché sono tra i quattro politici eletti lì. Ma io nemmeno vivo sul territorio come gli altri. Sto a Roma. Non ho mai conosciuto questa gente, mai frequentati, mai chiesto un’assunzione al consorzio di bonifica».
Linea di contrattacco pesante, invece, per gli altri politici tirati in ballo: Coronella si dice «sdegnato e incredulo». «Come si fa – aggiunge il senatore – ha dar credito ad un losco figuro che non ho mai conosciuto?».
Ancora più irritato Landolfi che sentenzia: Vassallo è un cocainomane. Lo ha detto lui stesso. E non ha mai avuto l’onore di guardarmi in faccia».
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