Cassazione: l’agonia prima della morte è da risarcire come danno morale

Anche l’agonia patita poco prima della morte provocata da altre persone o da incidenti va qualificata come un danno morale che, in questi casi, va risarcito agli eredi della vittima. Lo sottolinea la Cassazione che torna a pronunciarsi sulla casistica di danni non patrimoniali stabilendo un risarcimento nei confronti dei familiari di un uomo rimasto fulminato su un albero a causa dei cavi dell’energia elettrica che attraversavano i rami.

Giovanni T., bracciante agricolo, era stato colpito da una scarica elettrica mentre raccoglieva noci salendo sulla pianta. Alcuni dei rami, infatti, erano cresciuti a tal punto da toccare i fili d’alta tensione. Il contadino aveva sofferto per quasi mezz’ora prima di morire. Paralizzato dalla scossa, non era riuscito a chieder aiuto e nessuno lo aveva soccorso. Chiamata in causa l’Enel e il proprietario del terreno, dove la vittima lavorava, la Corte d’Appello di Salerno aveva riconosciuto come risarcimento dovuto dall’azienda elettrica agli eredi della vittima (moglie e due figlie) i danni patrimoniali ma non quelli morali.

Secondo i giudici, infatti, “la morte era stata pressoché immediata”; non c’era quindi un danno biologico né morale per gli eredi. La Terza Sezione Civile della Cassazione, invece, ha accolto il ricorso della famiglia. Secondo i supremi giudici, nel quantificare il danno che in questo caso è morale, si deve tener conto “anche della sofferenza psichica subita dalla vittima di lesioni fisiche alle quali sia seguita dopo breve tempo la morte, che sia rimasta lucida durante l’agonia, in consapevole attesa della fine”. Una sorta di diritto ereditario dell’agonia che precede la morte.

Gestione cookie