ROMA – “Basta rinvii, se devono condannarmi tanto vale che lo facciano subito”. Silvio Berlusconi si dice pronto allo “scontro” con i giudici della Cassazione, previsto per il 30 luglio. Secondo il leader del Pdl i giudici ormai “hanno già deciso tutto”, quindi “è inutile prolungate questa farsa”. Inutili per Berlusconi i rinvii a caccia della prescrizione, il cavaliere è stanco e si dice pronto a prender parte all’udienza fissata.
Liana Milella per Repubblica parla di un “cicaleccio ricorrente” tra i vicini a Berlusconi sul fatto che la data dell’udienza in Cassazione sia stata fissata secondo i calcoli di prescrizione della Procura di Milano:
“Un’udienza – è il cicaleccio ricorrente nelle stanze del Cavaliere – che alla Suprema corte sarebbe stata fissata soprattutto grazie al filo diretto con la procura di Milano che ha anticipato il più possibile la data di scadenza della prescrizione. Il 3 agosto, hanno detto i pm. Il 26 settembre, controbatte l’avvocato Niccolò Ghedini che, secondo il collega Franco Coppi, “ha fatto calcoli minuziosi e precisi, per difetto semmai, ma di certo non per eccesso”. Il 29 agosto, sostiene palazzo Chigi, che si è costituito parte civile”.
Ma Berlusconi, dopo l’indignazione iniziale sua e dei suoi avvocati difensori, ha deciso che forse è meglio non chiedere altri rinvii, scrive Milella:
“I quali sono convinti che se deve arrivare una condanna, tanto vale che cada proprio il 30 luglio per numerosi motivi. Si potrà dire che, vista la fretta, la conclusione “era già scritta tant’è che i giudici non hanno voluto sfruttare il tempo di cui pure avrebbero potuto godere per studiare la causa”. In pieno agosto, la sentenza di condanna, che viene data per certa al 90%, “sarà fagocitata dal solleone, e presto dimenticata, com’è avvenuto per quella di Ruby”. Lo stesso dicasi per il dibattito sull’interdizione che il presidente della giunta per le immunità del Senato Dario Stefàno vuol far partire immediatamente”.
Né rinuncia della prescrizione, né rinvii. Berlusconi coraggioso procede verso il suo destino, scrive la Milella:
“Ogni giorno che passa perde peso anche l’ipotesi del rinvio, perché ne potrebbe nascere solo un ulteriore peggioramento della già cattiva situazione. È necessario spiegare bene questo passaggio perché è cruciale in quest’ultima partita a scacchi sulla vita giudiziaria e politica del Cavaliere, alla fine della quale ci potrebbe essere una condanna a 4 anni per frode fiscale e l’interdizione di 5 anni dai pubblici uffici”.
La posta in gioco è alta per il leader del Pdl, spiega la Milella, e agli avvocati Niccolò Ghedini e Franco Coppi un rinvio l’avrebbero gradito. Ma il rischio del rinvio è che l’udienza sia fissata ad agosto, quando tra i giudici abbondano le “toghe rosse” della sezione feriale, scrive la Milella:
“Ogni ipotesi fa cambiare lo scenario dei giudici. Un rinvio breve lascerebbe il caso nelle mani della sezione feriale presieduta da Antonio Esposito e del relatore Amedeo Franco. Il primo giudicato “un nemico”, il secondo “un ottimo magistrato”. Tra gli altri tre giudici del collegio, almeno altri due “nemici”. Che succederebbe con un rinvio più o meno lungo? Uno entro agosto lascerebbe il giudizio nelle mani delle sezioni feriali, in cui la radiografia delle toghe fatta nelle stanze del Cavaliere vede soprattutto toghe rosse, come quella di Gennaro Marasca”.
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