Cassette di sicurezza: tassa che libera soldi nascosti e Stato che ripulisce soldi sporchi

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 12 Giugno 2019 - 09:08 OLTRE 6 MESI FA
Cassette di sicurezza: tassa Salvini che libera soldi nascosti e Stato che ripulisce soldi sporchi

Cassette di sicurezza: tassa che libera soldi nascosti e Stato che ripulisce soldi sporchi (foto d’archivio Ansa)

ROMA – Cassette di sicurezza, si stima che dentro ci sia l’enormità di 200 miliardi di euro. Duecento miliardi di soldi nascosti dagli italiani, nascosti in cassette di sicurezza. Nascosti, messi lì perché non si vedano. Non in conti correnti, azioni, obbligazioni, fondi di investimento e neanche spesi per acquisire proprietà. Duecento miliardi nascosti in cassetta.

Nascosti perché? Perché in grandissima parte di “provenienza illecita”. Provenienza illecita, questa la formula verbale usata dai magistrati che hanno studiato e indagato il fenomeno. Quindi non tanto soldi neri (cioè da economia sommersa e sottratti alla vista del fisco) quanto soldi sporchi molti dei miliardi che sono in cassetta.

Ma sono, appunto, molti miliardi. Matteo Salvini ha parlato di decine di miliardi e ha ripreso a modo suo una idea non nuova: quella di rimettere in circolo quei soldi. Salvini ha ipotizzato una tassa del 15 per cento più o meno. Paghi il 15% al fisco, il 15% di quanto hai nascosto in cassetta e il resto, l’85% dei soldi che prima erano neri e sporchi diventano liberi e puliti.

Quanto può farci lo Stato, il governo autorizzando e timbrando il riciclo di denaro di provenienza illecita? A occhio, se buona parte dei “cassettisti” dovesse aderire, un 7/8 miliardi in un paio d’anni. Pecunia non olet, denaro non ha mai cattivo odore soprattutto per il governo di questi tempi. Devono trovare tra i 30 e i 40 miliardi entro l’anno per mantenere promesse fiscali e assistenziali e per non andare in sballo sul debito pubblico. E come indica la proposta di Salvini sono pronti a prendere tutto, anche una quota dei soldi sporchi.

Ci avevano pensato già altri governi, ma si erano fermati. Per un misto di impraticabilità legale e pudore civile. Perché rimettere in circolo, anzi ripulire denaro sporco incassando una porzione del riciclo è al fondo e in sostanza fare un regalo ai ladri. E diventare così il paese dove per i ladri che ti vengono in casa o negozio si invocano pallottola e fucilate a grande maggioranza di pubblica opinione e per i ladri che hanno messo il bottino e la refurtiva in cassetta di sicurezza si organizza pubblica lavanderia del rubato. Con tutta evidenza, c’è ladro e ladro.