La “casta del sindacato”. D’Antoni, Marini e Cossutta: chi si prende la doppia pensione
ROMA – Doppia pensione: è quella che ricevono, secondo quanto scrive il Giornale, alcuni ex sindacalisti.
Mario Giordano cita Sergio D’Antoni, ex sindacalista di Cisl, che percepirebbe anche un “assegno mensile di 5233 euro netti al mese (103.148 euro lordi all’anno) come ex docente universitario”. Anche se Giordano dimostra qualche dubbio riguardo alla presunta carriera accademica di D’Antoni.
Il sindacalista, scrive Giordano, “oltre all’indennità da parlamentare (14.269 euro lordi al mese) incassa la pensione Indpad da ex professore (5.233 euro netti al mese): ma sapete da quando la incassa quest’ultima? Da quando aveva 55 anni”.
Il Giornale ricorda il proprio articolo che raccontava dei ricchi stipendi di alcuni sindacalisti o ex sindacalisti finiti in parlamento, e sostiene che alcune delle persone citate, oltre allo stipendio da parlamentare, percepiscono anche la pensione “maturata grazie alla mitica legge Mosca, quella che ha consentito a 40mila persone fra sindacalisti e dirigenti di partito di vedersi riconoscere con un colpo di bacchetta magica contributi di fatto mai versati”.
Giordano cita Franco Marini, ex presidente del Senato. Il suo compenso mensile, secondo quanto scrive il Giornale, sarebbe di “14.557 euro, che corrisponde per l’appunto all’indennità da senatore. Ma per la verità – scrive Giordano – non è quello il solo denaro che riceve dalle casse pubbliche: infatti egli percepisce anche una pensione Inps di circa 2500 euro al mese, che gli piove in tasca dal 1991, cioè da quando aveva 57 anni. Merito della legge Mosca”.
Stessa storia, scrive Giordano, per Armando Cossutta, beneficiato dalla legge Mosca “dal 1980, cioè da quando aveva 54 anni. Dal 2008, poi il compagno Cossutta ha unito alla pensione Inps maturata grazie alla legge Mosca anche il vitalizio parlamentare (9604 euro al mese). E per non farsi mancare nulla al momento dell’uscita dal Parlamento s’è assicurato anche la liquidazione-monstre di 345mila euro, tutti in una volta. Dimenticavo: la liquidazione dei parlamentari viene chiamata tecnicamente «assegno di reinserimento » o «assegno di solidarietà». E,a differenza delle liquidazioni dei normali lavoratori, è esentasse. Si capisce, con la solidarietà bisogna essere generosi… 345mila euro di liquidazione”.